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Sondaggi, chi guadagna voti e chi invece rallenta tra i partiti

M5S: un declino che continua

Decisamente più complessa la situazione del Movimento 5 Stelle, che scende al 12,5%. Per Giuseppe Conte è un’altra frenata, l’ennesima di un percorso che ormai da tempo ha perso slancio. Le vittorie locali, una su tutte quella di Fico in Campania, non bastano a rallentare un calo che appare strutturale. Il M5s fatica a ritrovare un’identità chiara, oscillando tra nostalgia del passato e tentativi di riposizionamento che non riescono ancora a convincere l’elettorato nazionale.

Dentro la coalizione di governo, il quadro è più articolato. Lega e Forza Italia conquistano entrambe l’8,8%. Per Salvini si tratta di un leggero recupero rispetto ai mesi precedenti, anche se la distanza siderale dai fasti del 2019 resta evidente. Forza Italia, invece, mantiene un profilo più lineare: il partito guidato da Antonio Tajani sembra aver trovato una propria stabilità, complice anche il ruolo istituzionale e moderato che riveste nel governo. L’alleanza tra questi partiti, insieme a FDI, continua comunque a rappresentare il blocco più forte del panorama politico italiano. Sul fronte delle forze minori, AVS si attesta al 6,5%, continuando a essere un riferimento per ambientalisti e sinistra radicale. Molto più indietro l’area centrista: Azione al 2,7%, Italia Viva al 2,6%, numeri che confermano la marginalizzazione del cosiddetto Terzo Polo dopo la frattura tra Renzi e Calenda.

Partiti politici italiani, confronto tra leader

Indecisi e affluenza: la vera variabile impazzita

Ma il dato più interessante, e forse più preoccupante, non riguarda i partiti, bensì chi non sceglie. L’affluenza stimata si ferma al 60%, mentre gli indecisi raggiungono un robusto 20% del campione. Una fetta enorme, capace di ribaltare qualsiasi previsione. Significa che, nonostante l’apparente stabilità di FDI o del PD, il quadro politico è tutt’altro che definito. Viviamo un’epoca in cui la volatilità elettorale è la norma, non l’eccezione. In altre parole: se si votasse oggi, sì, avremmo una fotografia abbastanza chiara. Ma se si votasse domani? Probabilmente ne avremmo un’altra. Un’Italia che osserva, trattiene il fiato e aspetta di capire chi merita davvero la sua fiducia. In questo limbo politico, il peso degli indecisi potrebbe rivelarsi decisivo, soprattutto per un’opposizione che cerca spazio e per una maggioranza che punta a consolidare il proprio dominio. Una cosa è certa: gli equilibri sembrano fermi, ma niente è immobile. E il prossimo scatto potrebbe arrivare quando meno ce lo aspettiamo.

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