Avs cresce, e i centristi provano a resistere
Il segnale più evidente, nel campo progressista, arriva da Alleanza Verdi-Sinistra. Il partito sale al 6,9%, in crescita di 0,3 punti in un mese. Un risultato tutt’altro che marginale, che accredita Avs come possibile terza gamba di una coalizione che formalmente ancora non esiste, ma che politicamente si sta delineando. E poi c’è l’area centrista dell’opposizione, frammentata ma in movimento:
- Azione di Carlo Calenda sale al 3,3% (+0,2%);
- Italia Viva di Matteo Renzi scende al 2,4% (-0,1%);
- +Europa arretra all’1,5% (-0,2%).

Il quadro complessivo: numeri, distanze e incognite
Guardando ai dati aggregati, la somma dei partiti che si sono presentati insieme alle regionali, tutte le opposizioni tranne Azione, arriva al 45,7%. Un valore che sulla carta riduce il distacco dal centrodestra a circa due punti e mezzo. Ma interpretarlo è tutt’altra storia: senza una coalizione unitaria, è impossibile prevedere come si comporterebbero gli elettori in caso di fronte comune.
Quello che novembre lascia in eredità è un sistema politico in movimento, con un centrodestra che si regge su una colonna portante sempre più solitaria e un’opposizione che cresce piano ma cresce. La vera domanda, ora, è se questi numeri anticipano cambiamenti più profondi o se resteranno oscillazioni circoscritte. Una risposta che non arriverà dai sondaggi di oggi, ma dai mesi che ci separano dalle prossime urne.