Variazione della fiducia durante il governo Meloni
Un aspetto centrale rilevato dall’indagine Izi trasmessa a “L’Aria Che Tira” riguarda l’evoluzione della fiducia nella magistratura durante gli ultimi tre anni di esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Il 51,2% degli italiani ritiene che la situazione sia rimasta stabile, ma il 44,9% segnala un peggioramento. Solo il 3,9% afferma che la fiducia sia aumentata, segno di una tendenza generale verso una crescente diffidenza.
La crisi di fiducia si manifesta in modo trasversale, coinvolgendo sia gli elettori di destra che quelli di centro e sinistra. Il sondaggio evidenzia come il rapporto tra cittadini e sistema giudiziario sia sempre più complesso e caratterizzato da una profonda disillusione.
Un altro elemento significativo riguarda la conoscenza della riforma della giustizia: il 57,8% degli intervistati ammette di non avere una comprensione chiara delle nuove norme introdotte. Questa scarsa informazione viene interpretata dagli esperti come il risultato di una comunicazione istituzionale troppo tecnica o polarizzata, che fatica a raggiungere efficacemente il pubblico.
Polarizzazione politica e opinione sulla riforma
Tra chi dichiara di essere informato sulla riforma della giustizia, emergono posizioni fortemente polarizzate. Il 70,9% dei favorevoli sostiene la necessità di un cambiamento radicale del sistema, mentre il 21,9% si dice contrario. Le differenze si accentuano se si considerano le appartenenze politiche: tra gli elettori di governo, il 99% approva la riforma, ritenendola uno strumento per rendere la giustizia più efficiente e meno soggetta a influenze politiche.
Al contrario, tra gli elettori dell’opposizione prevale una posizione critica: l’81,6% dei sostenitori di Pd e Avs, e il 79,4% di quelli del M5S, respinge la legge. Questo scenario testimonia una forte spaccatura nell’opinione pubblica, che si riflette nei toni accesi del dibattito parlamentare.
Il sondaggio Izi non solo fotografa una profonda crisi di fiducia nella giustizia italiana, ma sottolinea anche un divario crescente tra le percezioni di maggioranza e opposizione. A ridosso delle discussioni in Parlamento, il tema della magistratura si conferma tra i più divisivi e centrali nel panorama politico nazionale.

La separazione delle carriere: opinione pubblica e prospettive
Uno degli aspetti più discussi della riforma della giustizia riguarda la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. Secondo i dati raccolti, oltre il 70% degli italiani si dichiara favorevole a questa misura, percepita come fondamentale per garantire maggiore imparzialità e trasparenza nell’esercizio della giustizia.
La richiesta di una netta distinzione tra chi giudica e chi accusa è sostenuta da molti esperti di diritto, che sottolineano come questa scelta possa rafforzare la credibilità del sistema giudiziario agli occhi dei cittadini. Tuttavia, non mancano critiche da parte di alcuni settori della magistratura, che temono una possibile politicizzazione delle funzioni o una riduzione dell’indipendenza dell’organo giudicante.
Analizzando i risultati del sondaggio, emerge che la volontà di cambiare il sistema non è solo una questione politica, ma riflette una domanda sociale profonda. Molti cittadini esprimono infatti il desiderio di una giustizia più rapida, trasparente e vicina alle esigenze reali della collettività.
Le discussioni sulla separazione delle carriere continueranno a occupare un ruolo centrale nel confronto tra maggioranza, opposizione e mondo della magistratura, mentre il Parlamento si prepara ad affrontare le prossime fasi della riforma. Resta da vedere se le nuove norme riusciranno a ricostruire quella fiducia che, secondo le rilevazioni, appare oggi sempre più fragile.