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“Non la voteremo”. Il governo si spacca: l’annuncio che spiazza Giorgia Meloni

Primo piano di Antonio Tajani durante una conferenza stampa

“Non la voteremo”. Il governo si spacca: l’annuncio che spiazza Giorgia Meloni – Forza Italia ha preso una posizione netta contro la proposta di tassa sugli extraprofitti bancari, annunciando che non sosterrà la misura né in Consiglio dei ministri né in Parlamento. Questa dichiarazione, giunta alla vigilia della presentazione della manovra economica, ha colto di sorpresa gli altri partiti della maggioranza e ha aperto una nuova fase di incertezza politica all’interno del centrodestra.

“Non la voteremo”. Il governo si spacca: l’annuncio che spiazza Giorgia Meloni

Il partito guidato da Antonio Tajani sottolinea che «nessuna tassa sugli extraprofitti bancari: non la voteremo né in Consiglio dei ministri né in Parlamento». Secondo gli esponenti azzurri, un prelievo forzoso sui bilanci delle banche sarebbe una misura di stampo punitivo e rischierebbe di allontanare gli investitori, con possibili ripercussioni negative sull’economia nazionale. Forza Italia propone come alternativa un meccanismo di contributo volontario, frutto di un accordo negoziato con il sistema bancario. L’obiettivo è quello di finanziare settori chiave come sanità pubblica, taglio dell’Irpef e misure a favore di imprese e salari, evitando di imporre nuove tasse dall’alto. Questa posizione mira a salvaguardare la collaborazione tra istituti di credito e governo, mantenendo un clima di fiducia reciproca.

L’annuncio di Forza Italia ha scatenato reazioni immediate tra gli alleati. Mentre la Lega chiede da tempo un intervento deciso contro i grandi gruppi bancari, Fratelli d’Italia aveva espresso apertura a una soluzione intermedia, introducendo una tassa modulata e deducibile. L’improvvisa rottura degli equilibri rende ora più complesso il percorso della manovra e rischia di minare la compattezza della maggioranza.

Riunione del Consiglio dei ministri sul tema della manovra economica

Le conseguenze politiche e il contesto europeo

La premier Giorgia Meloni si trova ad affrontare una situazione delicata: la legge di bilancio, che doveva rappresentare un segnale di unità e stabilità per i mercati e l’Unione Europea, rischia ora di essere percepita come simbolo di divisione interna. L’ipotesi di una “mini patrimoniale bancaria” era stata avanzata proprio per reperire nuove risorse da destinare alle classi medie e per la riduzione del cuneo fiscale, due temi centrali per il governo. Secondo fonti vicine al dossier, la Commissione europea osserva con attenzione l’evolversi della situazione italiana. L’eventuale mancata approvazione della tassa sugli extraprofitti potrebbe avere ripercussioni anche sui negoziati in corso per l’utilizzo dei fondi europei e sulla credibilità finanziaria dell’Italia. Alcuni analisti sottolineano come il dibattito sulla tassazione delle banche sia già stato affrontato da altri Stati membri, ma con risultati e modalità differenti. Il vicepremier Tajani ribadisce la posizione del suo partito: «Forza Italia è contraria a qualsiasi imposizione autoritaria», affermando che «le banche non sono un nemico, ma un motore essenziale dell’economia». L’intenzione, secondo Tajani, è costruire «un patto di collaborazione», evitando tasse di “matrice ideologica”. Queste dichiarazioni segnano una distanza netta dalla linea di altri partiti e mettono in difficoltà la strategia del governo.

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