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Spari all’università: diversi morti e feriti

L’identikit del sospettato

Le prime informazioni raccolte dagli inquirenti hanno consentito di delineare un identikit preliminare dell’uomo che ha fatto fuoco nel campus della Brown University. Secondo le immagini estrapolate da una telecamera di sorveglianza interna, il sospettato indossava abiti completamente neri e una maschera grigia che copriva buona parte del volto, rendendo più difficoltoso il riconoscimento. Per la caccia all’uomo sono stati impiegati circa 400 agenti, tra poliziotti locali, unità speciali e personale federale. Le operazioni si stanno estendendo anche alle zone limitrofe alla città di Providence, con controlli a tappeto su strade, stazioni e principali snodi di trasporto. Sono stati predisposti posti di blocco, mentre gli investigatori stanno passando al setaccio le riprese delle videocamere di sicurezza interne ed esterne al campus.

La fuga del sospettato è stata confermata pubblicamente anche dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In un primo momento, il capo della Casa Bianca aveva parlato di un presunto arresto, salvo poi correggere le proprie dichiarazioni quando è emerso che l’aggressore non era stato ancora fermato. Il presidente ha inoltre invitato i cittadini a “pregare per le vittime di questa sparatoria terribile”, sottolineando la gravità dell’accaduto e la necessità di seguire le indicazioni delle autorità competenti.

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Campus in lockdown e misure di sicurezza straordinarie

Subito dopo i primi colpi di arma da fuoco, l’amministrazione della Brown University ha attivato il protocollo di lockdown del campus. Gli studenti e i membri del personale ancora presenti negli edifici universitari sono stati invitati a rimanere barricati nelle aule, nei laboratori e negli uffici, bloccando porte e finestre e allontanandosi da corridoi e vetrate, in attesa di ulteriori istruzioni via e-mail, sms e sistemi di allarme sonoro interno. Molti ragazzi hanno contattato immediatamente le proprie famiglie, i media e le autorità locali, raccontando scene di grande tensione e chiedendo aggiornamenti in tempo reale sulla situazione esterna. In parallelo, l’intera zona circostante l’università è stata chiusa al traffico e messa in sicurezza. L’accesso all’area è consentito soltanto alle forze dell’ordine e ai mezzi di soccorso.

Sul posto sono intervenute numerose ambulanze e squadre dei vigili del fuoco, che hanno collaborato con gli agenti per evacuare gli edifici ritenuti a rischio e per garantire un’uscita ordinata alle persone autorizzate a lasciare il campus. Le vittime e i feriti sono stati trasportati nei principali ospedali di Providence, dove sono stati immediatamente attivati protocolli d’emergenza per la gestione degli arrivi multipli. Le autorità universitarie stanno collaborando strettamente con la polizia e con l’Fbi per fornire tutti i dati necessari alle indagini, compresi i registri di accesso agli edifici, i piani di sicurezza interna e le registrazioni delle telecamere. Allo stesso tempo, l’ateneo ha reso noto che offrirà un servizio di supporto psicologico agli studenti, ai docenti e al personale coinvolto, al fine di fronteggiare le conseguenze emotive di quanto accaduto.

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