Strage di Paderno, il pensiero di don Claudio
Riccardo avrebbe subito riconosciuto don Claudio Burgio, autore del libro “Non esistono ragazzi cattivi”. «Il ragazzo ha chiesto di confessarsi appena mi ha visto», ha raccontato don Claudio in una intervista pubblicata su “Il Messaggero” , «poi dopo la confessione abbiamo parlato ancora. Sui giornali era uscito il ritratto di un adolescente con difficoltà a comunicare ma io questa difficoltà non l’ho vista. Questa vicenda scuote tutti, compreso me che in vent’anni da educatore a contatto con ragazzi dal vissuto difficile, ne ho viste tante».
Poi l’analisi dolorosa: «In lui, come in altri ragazzi che incontro, ho trovato un vuoto profondissimo che è un abisso a cui gli adulti, compresi noi preti, non sappiamo né intercettare né rispondere». (Continua a leggere dopo la foto…)
Il senso di oppressione e i fallimenti della società
Il cappellano continua poi ricordando dei problemi che i giovani di oggi si trovano ad affrontare, spesso nella più totale solitudine o incomprensione esterna: «La nostra società chiede sempre di essere performanti e ha la pretesa di avere sempre una risposta su tutto, ma sono risposte banali che non solo non colmano il vuoto ma neanche lo sfiorano».
«Ho la sensazione, anzi la certezza, che questi ragazzi non sappiano a chi rivolgersi». Nell’interrogatorio in cui ha confessato il delitto, il 17enne ha detto che si sentiva “oppresso” all’interno della propria famiglia. «Lo ha ripetuto anche a me. Un senso di oppressione e un’estraneità non solo per quanto riguarda la famiglia ma in generale, anche nelle altre relazioni sociali». Don Claudio ha rimarcato anche il vuoto educativo della nostra società e, infine, ha invitato al silenzio e alla sospensione del giudizio. Senza togliere le responsabilità del gesto, il prete ricorda che ci vorrà tempo e pazienza per trovare una spiegazione a una vicenda che appare ancora incomprensibile.