Strage in famiglia
In pochi attimi la strage: Fabio Chiarioni, 51 anni, sua moglie Daniela Albano, 49, e il loro figlio minore Lorenzo, di appena 12 anni, sono stati brutalmente uccisi tra l’una e mezza e le due di notte tra sabato e domenica, proprio nella villetta dove poche ore prima si era svolta la cena di compleanno. Mentre continuavano a cercare ulteriori prove per confermare la storia del ragazzo, gli inquirenti hanno poi stabilito con certezza, come ha confermato il procuratore di Monza Claudio Gittardi, che il dodicenne è stato il primo ad essere colpito nell’attacco più violento.
Decine di coltellate sono state inferte al 12enne, che al momento dell’aggressione era nel suo letto. Madre e padre sono stati invece trovati a terra, con indosso a loro volta biancheria da notte. È quindi possibile che i genitori, richiamati dalle urla del figlio minore, siano entrati nella stanza probabilmente in due momenti diversi e che forse il 17enne li abbia neutralizzati in qualche modo, prima di scatenare anche su di loro la sua furia inspiegabile. (continua dopo la foto)
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Cosa si sa per ora sul movente
È ancora ignoto il motivo per il quale Riccardo avrebbe ucciso la sua intera famiglia. Una furia apparentemente senza movente, tanto che dopo essere crollato in una contraddizione dopo l’altra, il 17enne non è riuscito a spiegare il suo gesto folle. “Non è stato ancora ricostruito e forse ci vorrà molto tempo per spiegare un gesto così atroce”, ha appreso l’ANSA da una fonte giudiziariaLe vittime erano
Secondo lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, ciò ha a che fare con quello “che accade all’interno della famiglia. Ognuna di esse ha delle caratteristiche uniche e specifiche che difficilmente si possono generalizzare“. Il presidente della Fondazione Minotauro di Milano parla oggi con La Stampa: “Sempre più spesso i fatti di cronaca e il lavoro quotidiano che facciamo anche al centro Minotauro ci restituiscono un quadro di ragazzi che faticano enormemente a esprimere gli aspetti emotivi, i conflitti e i sentimenti più disturbanti relativi al proprio contesto familiare e amicale in qualche cosa che diventi simbolo, parola e condivisione. La relazione viene annullata e si ricorre al gesto disperato“.
Oggi verranno interrogati tutti coloro che erano presenti al compleanno la scorsa sera, per capire cosa possa essere eventualmente accaduto durante la serata, così come verranno esaminati i dispositivi elettronici del ragazzo e sentite le persone a lui vicine.