Il ritrovamento e la conferma di Tatiana
Il ritrovamento di Tatiana Tramacere a Nardò ha messo fine all’incubo dei genitori e ha chiuso il fascicolo di indagine con una risoluzione inattesa. La ragazza, dopo essere stata trovata nella mansarda, è stata immediatamente accompagnata all’ospedale Vito Fazzi di Lecce per accertamenti medici. I controlli hanno confermato le buone condizioni di salute della studentessa, ma il vero colpo di scena è arrivato poco dopo: la versione fornita da Dragos Ioan Gheormescu è stata confermata anche dalla stessa Tatiana. La ragazza ha dunque avvalorato la tesi dell’isolamento volontario, chiarendo di aver chiesto aiuto all’amico perché si fidava ciecamente di lui e desiderava allontanarsi dal mondo per un breve periodo.
Queste dichiarazioni hanno smontato l’ipotesi più drammatica, quella che aveva spinto la Procura ad agire con il reato di istigazione al suicidio. La notte tra il 4 e il 5 dicembre, dopo il via libera dei medici, Tatiana Tramacere è finalmente rientrata a casa, tra l’abbraccio liberatorio dei genitori e il sollievo di un’intera comunità che l’aveva cercata senza sosta. Sebbene la vicenda sia giunta a una conclusione positiva, rimangono da chiarire le motivazioni profonde che hanno spinto una giovane donna, tanto attiva sui social, a compiere un gesto così estremo di auto-isolamento.
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Un mistero risolto
Il caso di Tatiana Tramacere si è concluso con un sospiro di sollievo, ma resta un monito sulla fragilità e le difficoltà che possono toccare anche le personalità apparentemente più solari e di successo, come quelle attive sui social media. La studentessa di psicologia, dietro il profilo di “Parole in evoluzione” seguito da migliaia di fan, nascondeva un disagio così profondo da spingerla a organizzare una sparizione per “isolarsi dal mondo per un po’”.
L’amico Dragos Ioan Gheormescu, sebbene inizialmente additato dall’opinione pubblica e indagato, ha mantenuto la sua versione, successivamente confermata da Tatiana. L’ha aiutata, mosso da un legame di fiducia, nell’intento di concederle un periodo di necessaria lontananza dalla pressione della vita quotidiana e, forse, dal clamore dei social. L’intera vicenda, dalle ricerche con Chi l’ha visto? all’intervento della Procura di Lecce, ha dimostrato l’importanza di agire rapidamente in casi di scomparsa. Le indagini tempestive che avevano portato al sequestro del cellulare dell’amico, pur sotto un fascicolo per istigazione al suicidio, come riportato dal Corriere, sono state cruciali per arrivare alla verità. Fortunatamente, in questo caso, la storia ha avuto un lieto fine, con la giovane Tatiana tornata a casa, lasciando dietro di sé una storia di fragilità personale risolta grazie a un amico e a un’indagine rapida.