
Una tempesta solare o per, dirla in termini tecnici geomagnetica, di notevole intensità è attesa colpire la Terra tra l’1 e il 2 settembre, a seguito di una significativa espulsione di massa coronale (CME) generata da una potente attività solare. Il fenomeno, che segue un brillamento originato dalla regione di macchie solari 4199, sarà inoltre rafforzato dalla presenza di un buco coronale, capace di accelerare il flusso di vento solare. Gli effetti di questo evento potrebbero manifestarsi tra la notte del 1° e la mattina del 2 settembre, coinvolgendo numerosi sistemi tecnologici terrestri e spaziali.
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Tempesta solare in arrivo sulla terra: di cosa si tratta
L’origine della tempesta risale al 30 agosto, quando un intenso brillamento solare e la successiva CME hanno scagliato nello spazio una grande quantità di plasma e particelle cariche. La regione di macchie solari 4199 è stata identificata come la principale responsabile di questa attività, grazie alla sua complessità magnetica e al suo elevato potenziale energetico. L’interazione tra la massa di plasma e il flusso di vento solare ad alta velocità proveniente dal buco coronale ha aumentato la probabilità di impatti sulla magnetosfera terrestre.
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Il fenomeno sotto monitoraggio: quali rischi
Secondo il Centro di previsione meteorologica spaziale della Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), la situazione è in costante evoluzione. Gli esperti stanno monitorando lo sviluppo della tempesta attraverso dati provenienti da specifici satelliti di osservazione. La conferma del reale impatto sulla Terra arriverà solo quando la CME raggiungerà i satelliti di monitoraggio, momento dal quale rimarranno circa 30 minuti per mettere in atto eventuali misure di sicurezza e mitigazione dei rischi.
Il monitoraggio delle tempeste geomagnetiche avviene grazie a satelliti come l’americano Ace (Advanced Composition Explorer) e il satellite Wind, posizionati a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Questi strumenti sono fondamentali per rilevare in tempo reale le variazioni nel vento solare e nelle particelle energetiche, fornendo preziosi dati alle agenzie spaziali e ai gestori delle infrastrutture critiche.
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