Una separazione mai accettata e mesi di stalking
L’omicidio di Teresa Stabile è avvenuto nel cortile del complesso residenziale dove la coppia viveva. La donna aveva da poco avviato le pratiche per la separazione, ma Gerardi non accettava la fine del matrimonio. Per mesi, avrebbe tormentato la moglie, perseguitandola in maniera costante. Secondo la Procura, oltre all’accusa di omicidio volontario aggravato, l’uomo dovrà rispondere anche del reato di stalking, dato il comportamento ossessivo e persecutorio che avrebbe tenuto nei confronti della vittima. Si parla di furia omicida: a confermarlo è l’autopsia effettuata venerdì mattina sul corpo della vittima. L’esame medico-legale ha stabilito che uno dei fendenti ha raggiunto l’organo vitale, provocando la morte sul colpo. (continua a leggere dopo le foto)

Una tragedia che riaccende i riflettori sulla violenza di genere
Il caso di Teresa Stabile riporta l’attenzione sulla drammatica attualità della violenza contro le donne. Ancora una volta si parla di segnali ignorati, di una spirale di minacce e paure che non è stata interrotta in tempo. Vincenzo Gerardi è ora detenuto in attesa degli sviluppi giudiziari. Le sue lettere testamento saranno analizzate nei dettagli dagli inquirenti, che le ritengono prove chiave della premeditazione. Nel frattempo, resta il dolore di una famiglia distrutta, e l’amara consapevolezza che, forse, questa tragedia poteva essere evitata. L’omicidio di Teresa Stabile si aggiunge all’ennesimo elenco di donne uccise da mariti, ex compagni o fidanzati. Una lista che cresce nonostante le campagne di sensibilizzazione, le denunce e gli strumenti giuridici a disposizione. La domanda resta aperta: cosa serve ancora perché le richieste d’aiuto vengano ascoltate davvero?