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Terremoto ad Avellino, la notizia si è appena saputa: la decisione

Il punto sull’epicentro e le procedure di sicurezza

Le prime rilevazioni dell’INGV hanno confermato che l’epicentro si trova nel territorio di Montefredane, a pochi chilometri da Avellino. In questa zona, storicamente soggetta a scosse, la memoria collettiva dei terremoti passati ha aumentato il livello di attenzione e ha portato a un’immediata attivazione delle squadre di monitoraggio e soccorso. L’orario serale, con molte persone ancora sveglie, ha contribuito a una percezione diffusa dell’evento e a una rapida evacuazione delle abitazioni per motivi di sicurezza. Le autorità hanno predisposto controlli strutturali sugli edifici pubblici e privati, con particolare attenzione alle scuole e agli ospedali. La presenza di tecnici comunali e di esperti INGV ha garantito la diffusione di informazioni chiare e aggiornate, fondamentali per gestire l’emergenza e prevenire situazioni di panico.

Il sindaco di Montefredane, Ciro Aquino, ha descritto la scossa come “fortissima”, aggiungendo che “tutti gli abitanti sono scesi in strada, presi da grande preoccupazione”. Aquino ha inoltre riferito che già nel corso della mattinata era stata registrata una lieve scossa, sottolineando l’importanza di rimanere in allerta. Il primo cittadino ha dichiarato di aver convocato d’urgenza i tecnici comunali per verificare eventuali danni e di aver effettuato personalmente un sopralluogo nelle frazioni più popolate. “Ho deciso di disporre la chiusura delle scuole per la giornata di lunedì”, ha aggiunto, in linea con le misure precauzionali.

La risposta della popolazione e la gestione dell’emergenza

La popolazione ha reagito con grande senso di responsabilità, seguendo le indicazioni delle autorità e mantenendosi aggiornata attraverso canali ufficiali. In molti hanno trascorso la notte fuori dalle abitazioni, soprattutto nelle aree più vicine all’epicentro, in attesa dei controlli tecnici sugli edifici. Le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e il personale della protezione civile hanno presidiato i punti più sensibili, garantendo assistenza e informazioni ai cittadini. L’assenza di danni gravi e di feriti è stata confermata nella prima mattinata successiva, ma la cautela rimane alta in attesa di ulteriori verifiche strutturali.

L’Irpinia è una delle aree a più alto rischio sismico d’Italia, come dimostrano i numerosi terremoti avvenuti nel corso degli ultimi decenni. Il sisma del 25 ottobre si inserisce in una sequenza sismica che aveva già visto, il giorno precedente, una scossa di magnitudo 3.6 con epicentro nella stessa area. Questo evento aveva portato all’evacuazione temporanea di alcune scuole ad Avellino, mentre altre scosse di entità minore si erano registrate anche ai Campi Flegrei e in altre province limitrofe. Secondo gli esperti dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, la natura delle recenti scosse non è di origine vulcanica, una precisazione importante per la tranquillità della popolazione, soprattutto in un’area caratterizzata dalla presenza di numerosi vulcani attivi e dormienti. I dati raccolti sono stati condivisi in tempo reale, permettendo un’analisi approfondita.

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