Terremoto in Siria: forte scossa a distanza di un anno
«La paura si è insinuata in tante persone, sia tra i bambini, sia tra gli adulti, tra i giovani, tra i meno giovani… C’è gente che ha dormito per un po’ vestita perché aveva paura. Ci sono bambini che fino a ora hanno avuto grandi difficoltà a separarsi dai genitori, sia di notte, ma per alcuni anche di giorno. C’è molto da fare: dobbiamo ricostruire gli edifici ma anche il sentimento di sicurezza di molte persone. Non dobbiamo dimenticare inoltre che questo trauma si fonde con l’esperienza della guerra, con tutte le sue conseguenze», ha raccontato ai media vaticani il religioso marista Georges Sabé, che vive ad Aleppo, una delle città del nordovest della Siria più colpite dal terremoto del 2023. (continua a leggere dopo le foto)
Terremoto in Siria, scossa di magnitudo 5.2
«Occorre vivere con dignità. Non siamo mendicanti, ma abbiamo sofferto tante difficoltà, tanti problemi, tante disgrazie e l’umanità deve aiutarci a rimetterci in piedi, non ridurci all’accattonaggio», ha raccontato sempre Sabé. Parole che alla luce della nuova scossa di ieri, che ha causato feriti, si caricano di una valenza ancora più forte.