Evacuazioni e risposta delle autorità
La minaccia di tsunami è stata revocata dopo oltre due ore di allarme costante. Il PTWC ha comunicato che non sussistevano più pericoli per le coste e che la situazione era sotto controllo. Al momento, le autorità locali fanno sapere che non si registrano vittime né danni rilevanti, grazie anche alla posizione marina dell’epicentro che ha limitato le conseguenze sulla terraferma.
Il Pacific Tsunami Warning Center aveva segnalato la possibilità di onde tra uno e tre metri sulle coste delle Filippine, e di onde più basse, tra 30 centimetri e un metro, per alcune aree costiere di Indonesia e Palau. Tuttavia, fortunatamente, nessuna di queste ipotesi si è concretizzata, e le coste sono rimaste indenni da maremoti. L’attenzione resta comunque alta: il governo di Manila continua a monitorare costantemente la situazione e i sismologi avvertono che potrebbero verificarsi scosse di assestamento di notevole intensità nelle ore e nei giorni successivi.
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Il contesto sismico e i rischi nell’area del Pacifico
Le Filippine si trovano in una delle zone a più alto rischio sismico del pianeta, lungo la cosiddetta “cintura di fuoco del Pacifico”. Quest’area è caratterizzata da una frequente attività sismica e vulcanica dovuta alla presenza di numerose faglie e placche tettoniche in costante movimento. Ogni anno, l’arcipelago registra centinaia di scosse, alcune delle quali di intensità significativa.
L’evento recente a Mindanao si inserisce in una lunga serie di terremoti che hanno colpito la regione negli ultimi decenni. Il ricordo dei recenti eventi sismici nelle Filippine ha contribuito a generare una reazione rapida e organizzata. Solo due settimane prima, l’isola di Cebu era stata teatro di un altro sisma devastante, che aveva provocato 74 morti e oltre 72mila persone rimaste senza casa. Questa precedente tragedia ha reso la popolazione più attenta e pronta a seguire le indicazioni delle autorità.