Il Vesuvio resta in quiescenza, ma non smette di farsi sentire
Il Vesuvio è oggi classificato come vulcano quiescente. Dopo l’eruzione del 1944, non ha più mostrato segni concreti di riattivazione, anche se mantiene una modesta attività fumarolica e una sismicità superficiale costante.
Il sistema di sorveglianza sul vulcano è uno dei più avanzati d’Europa. Attualmente, l’Osservatorio Vesuviano dispone di:
• 14 stazioni GNSS permanenti,
• 4 nuove stazioni sismiche installate dopo il 2023,
• e numerosi altri sensori distribuiti lungo tutto il versante del vulcano.
Tutto questo consente un monitoraggio continuo, in tempo reale, di qualsiasi anomalia, offrendo un livello di sicurezza che non era presente in passato.
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Una sorveglianza costante tra timori e memoria storica
Il Monte Vesuvio, con il suo caratteristico cono vulcanico, è parte di un complesso più ampio che include anche il Monte Somma, la caldera più antica. Proprio all’interno di questa caldera nacque il Vesuvio moderno, dopo la devastante eruzione del 79 d.C. che cancellò Pompei ed Ercolano.
Oggi l’attenzione su quest’area è massima, non solo per motivi geologici, ma anche per la forte densità abitativa che circonda il vulcano. Milioni di persone vivono nell’area metropolitana di Napoli, e ogni minima scossa, ogni lieve anomalia, si trasforma in una notizia.