La reazione dell’ambiente artistico e istituzionale
La notizia dell’incidente ha rapidamente fatto il giro dei social e delle testate culturali, suscitando sgomento nel mondo dell’arte e della politica. Tra le prime reazioni, quella di Giorgio Enea Sironi, nipote dell’artista e curatore dell’archivio familiare:
“Siamo dispiaciuti per quanto accaduto, ma soprattutto per il danno a una delle opere più rappresentative dell’arte monumentale italiana. Auguro pronta guarigione a Cani e auspico un restauro immediato”.
Anche all’interno del ministero è stato espresso rammarico per l’accaduto, ma con la consapevolezza che si è trattato di un incidente fortuito. Fonti interne hanno riferito che già nelle prossime ore sarà disposto un sopralluogo tecnico per valutare l’entità del danno e pianificare un intervento di restauro.


Chi era Mario Sironi, il genio del murale italiano
Nato a Sassari nel 1885, Mario Sironi fu pittore, scultore, architetto e illustratore. Negli anni ’30 divenne il principale interprete dell’arte murale monumentale, con opere che univano forza plastica e ideologia.
Oltre alla vetrata del Mimit, tra i suoi lavori più celebri si ricordano “L’Italia tra le Arti e le Scienze” (1935), affrescata nell’aula magna dell’Università La Sapienza di Roma, e numerosi pannelli decorativi realizzati per edifici pubblici e sedi ministeriali. Dopo la Seconda guerra mondiale, Sironi visse anni di isolamento e amarezza, ma oggi è riconosciuto come uno dei più grandi maestri del Novecento italiano.
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Le prossime mosse dopo l’incidente
L’assessore Emanuele Cani, ancora provato ma in via di guarigione, ha già fatto sapere di volersi recare personalmente al ministero per verificare lo stato dell’opera e collaborare con le autorità al ripristino della vetrata.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, da parte sua, ha annunciato che avvierà una procedura urgente di restauro, affidandosi a restauratori specializzati nel recupero di vetrate artistiche di pregio. L’obiettivo è restituire l’opera al pubblico nel più breve tempo possibile, con interventi rispettosi dell’originale.
Nel frattempo, il piccolo incidente di Palazzo Piacentini è diventato un caso simbolico, ricordando a tutti quanto fragile possa essere il patrimonio artistico italiano, anche nei luoghi più sorvegliati e prestigiosi del Paese.