
Un passato di tensioni nella famiglia di Liliana Resinovich
Durante l’estate del 2021, Zivkovic riferisce di aver assistito a un episodio di forte tensione tra i due coniugi. Sebastiano, in preda alla rabbia, avrebbe lanciato uno zaino contro Liliana, ordinandole di portarlo in camera. «Lei si è piegata a raccogliere le borse, con le lacrime agli occhi, ma non ha pianto. Era un momento molto brutto», ha raccontato l’albergatrice ai magistrati. Questo comportamento violento rappresenterebbe un ulteriore campanello d’allarme sulla natura burrascosa del loro rapporto.
Il giorno del ritrovamento del cadavere, Zivkovic contattò nuovamente Visentin. Gli chiese se ci fosse stata un’aggressione, ma lui negò, affermando che Liliana non aveva nulla con sé al momento della scomparsa. Quella telefonata, insieme ai toni nervosi e alle frasi contraddittorie di Visentin, sono ora parte del nuovo fascicolo d’indagine aperto dalla Procura. Dopo aver scartato l’ipotesi iniziale di suicidio, le autorità stanno ora indagando per omicidio, e ogni dettaglio potrebbe essere cruciale per la risoluzione del caso.
La testimonianza e il decorso delle indagini: cosa succede ora
La testimonianza di Jasmina Zivkovic potrebbe rivelarsi decisiva per comprendere meglio le dinamiche che hanno portato alla morte di Liliana Resinovich. Con le indagini ancora in corso, ogni nuova informazione è fondamentale per ricostruire gli eventi e determinare la verità. La Procura di Trieste continua a lavorare instancabilmente per fare luce su questo caso complesso, con l’obiettivo di portare giustizia alla famiglia Resinovich e chiarire i tanti interrogativi che ancora avvolgono questa tragica vicenda