Accertamenti della Polizia Locale e tempistiche della morte
L’intervento è stato effettuato da un ufficiale giudiziario, supportato da una pattuglia della Polizia locale, per avviare una procedura di pignoramento. Non ricevendo risposta né al citofono né al campanello, è stata presa la decisione di forzare la porta, che risultava chiusa dall’interno. Così è emersa la tragica realtà.
Dai primi rilievi, si ipotizza che Celestina Amelia Vacchini, questo il nome della donna, fosse deceduta da almeno due anni. Il corpo era in avanzato stato di decomposizione, ridotto a uno scheletro, senza alcun segno di effrazione o disordine nell’appartamento. Nessuna denuncia di scomparsa era stata presentata, né risultavano richieste di informazioni: una scomparsa avvenuta nel silenzio più assoluto.

Solitudine e indagini: nessun parente stretto
Le indagini degli inquirenti puntano a ricostruire gli ultimi anni di vita della donna. Secondo le prime testimonianze, Celestina Vacchini viveva da sola e non aveva parenti prossimi. I vicini, interrogati dagli agenti, hanno dichiarato di non averla più vista da tempo, ipotizzando un trasferimento o il ricovero in una struttura per anziani, ma nessuno aveva segnalato la sua assenza.
Il dramma della solitudine: un fenomeno sempre più diffuso
Episodi simili a quello di San Giuliano Milanese si verificano con preoccupante regolarità in molte città italiane, evidenziando il problema della solitudine delle persone anziane. In questi casi, le abitazioni diventano silenziose tombe e il ricordo delle persone si dissolve nell’indifferenza. Le autorità sono ora impegnate a stabilire con esattezza la data e le cause della morte di Celestina Amelia Vacchini, mentre la comunità riflette sull’amara realtà di una vita scomparsa senza che nessuno se ne accorgesse.