Sanzioni, accuse e diplomazia congelata
A rendere la situazione ancora più tesa sono arrivate le parole di Kirill Dmitriev, rappresentante di Putin per la cooperazione economica con l’estero. Ha denunciato i “tentativi titanici degli Stati Uniti di sabotare il dialogo” e definito le sanzioni americane contro Rosneft e Lukoil “inutili e controproducenti”.
Da Washington la replica non si è fatta attendere. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha bollato Dmitriev come “un propagandista del Cremlino”, ribadendo che la strategia di “massima pressione economica” sta funzionando. Le parole di Bessent hanno trovato eco nei media statunitensi, che vedono in questo braccio di ferro un nuovo capitolo della lunga guerra delle informazioni tra le due superpotenze.

Un dialogo impossibile?
Nel frattempo, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha cercato di abbassare i toni. “La Russia resta interessata a costruire buone relazioni con tutti i Paesi, compresi gli Stati Uniti”, ha dichiarato, pur avvertendo che “un conflitto complesso come quello ucraino non può essere risolto in pochi giorni”.
Dall’altra parte dell’oceano, Trump non sembra disposto a fare passi falsi. Ha escluso la possibilità di incontrare Putin “finché non ci saranno certezze sull’accordo”. Un messaggio che suona come una chiusura, ma anche come un avvertimento: Washington non vuole trattare senza garanzie concrete.
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Equilibrio precario e paura globale
Il test del missile Burevestnik rappresenta un punto di non ritorno nella sfida tra Russia e Stati Uniti. Da un lato, Mosca mostra i muscoli sul piano militare; dall’altro, Washington tenta di riaffermare la propria leadership attraverso la diplomazia e la pressione economica.
La verità è che il mondo si trova davanti a un equilibrio fragile. Ogni parola, ogni test, ogni decisione politica rischia di innescare una nuova guerra fredda, questa volta giocata su più fronti: militare, economico, tecnologico e mediatico.
E mentre i due leader più potenti del pianeta si scrutano da lontano, la comunità internazionale resta sospesa in un silenzio carico di paura.