L’agenda dei prossimi giorni
Il capitolo non si chiude qui. Zelensky ha infatti annunciato un nuovo passo cruciale: «Lunedì incontrerò il presidente Trump a Washington, D.C., per discutere tutti i dettagli relativi alla fine delle uccisioni e della guerra. Sono grato per l’invito». Lo stesso leader ucraino ha parlato di una «lunga e approfondita conversazione» con Trump, durata oltre un’ora e mezza, di cui circa sessanta minuti dedicati a un bilaterale riservato prima di estendere la discussione ai partner europei.

Un equilibrio ancora fragile
Dalle dichiarazioni emerge un quadro in movimento: da un lato la volontà di Putin di sedersi al tavolo senza apparire isolato, dall’altro la scelta di Trump di giocare la carta del negoziato diretto, presentandosi come il possibile architetto di una “pace rapida”. Nel mezzo c’è Zelensky, che cerca di difendere l’integrità dell’Ucraina senza restare tagliato fuori dal tavolo delle grandi potenze. Lunedì, a Washington, si capirà se questa trama avrà un seguito concreto o resterà soltanto un altro passaggio nella lunga scacchiera del conflitto. Quel che è certo è che la frase di Trump («meglio un accordo globale che un cessate il fuoco») ha già cambiato i toni del dibattito internazionale, aprendo scenari che, fino a ieri, sembravano impensabili.