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“Tagli e sacrifici o crolla tutto”: arriva l’ultimatum al governo Meloni

“Tagli e sacrifici o crolla tutto”: arriva l’ultimatum al governo Meloni – Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente intensificato la pressione sull’Italia, lanciando un chiaro ultimatum al governo guidato da Giorgia Meloni in vista della prossima Legge di Bilancio. Nelle dichiarazioni ufficiali, Lone Christiansen, capo missione per l’Italia, ha sottolineato la necessità di “un consolidamento fiscale più ampio rispetto a quanto previsto”. L’obiettivo fissato è ambizioso: raggiungere entro il 2027 un avanzo primario del 3% del Pil, il che richiede una correzione strutturale di 57 miliardi di euro rispetto alle attuali proiezioni.

“Tagli e sacrifici o crolla tutto”: arriva l’ultimatum al governo Meloni

Questa richiesta implica misure drastiche che mettono a rischio le principali politiche economiche dell’esecutivo, tra cui la flat tax per i lavoratori autonomi, i vari bonus fiscali e le agevolazioni introdotte negli ultimi anni. Secondo il Fondo, tali strumenti devono essere rivisti o sacrificati se l’Italia intende ridurre il proprio debito pubblico e ristabilire la fiducia degli investitori sui mercati internazionali. L’Italia si trova quindi di fronte a una scelta complessa, tra la necessità di mantenere alcune misure popolari e l’urgenza di adottare politiche fiscali rigorose. Il FMI non si limita più a semplici raccomandazioni, ma richiede interventi strutturali precisi e tempestivi, mettendo in discussione la sostenibilità dell’attuale modello economico e sociale italiano.

Il quadro delineato dagli analisti internazionali evidenzia come il rischio di un deterioramento finanziario sia concreto se non verranno attuate riforme profonde e tagli alla spesa pubblica. In questo contesto, la credibilità dell’Italia sui mercati globali appare sempre più legata alla capacità del governo di rispondere efficacemente agli stimoli del Fondo.

Crescita debole e vulnerabilità strutturali

Pur riconoscendo “una certa resilienza” dell’economia italiana e un avanzo primario dello 0,4% del Pil nel 2023, il Fondo Monetario Internazionale mette in luce le fragilità strutturali che caratterizzano il Paese. Tra queste emergono la bassa produttività, il declino demografico e la vulnerabilità di numerosi settori industriali alle tensioni commerciali internazionali, esacerbate dai recenti dazi imposti dagli Stati Uniti. Le prospettive di crescita economica restano modeste: le stime prevedono un rallentamento allo 0,5% nel 2025, con una possibile ripresa allo 0,8% solo nel 2026. In questo scenario, il FMI ribadisce l’urgenza di interventi su fisco, mercato del lavoro e investimenti produttivi. La ricetta proposta è chiara: austerità e una revisione profonda del sistema di welfare, nonostante le difficoltà già affrontate da ampie fasce della popolazione.

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