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Usa-Iran, la notte dell’attacco: è successo di tutto

Israele al fianco degli USA, mentre i Democratici insorgono

Trump ha confermato di aver agito in sinergia con Benjamin Netanyahu, che ha lodato la “decisione coraggiosa che cambierà la storia”. Secondo la CBS, Washington avrebbe avvertito Teheran tramite canali diplomatici che l’obiettivo non è un cambio di regime, ma un messaggio militare chiaro. Intanto, negli Stati Uniti, il clima politico si infiamma: i Democratici denunciano l’illegittimità dell’azione, priva del consenso del Congresso. Alexandria Ocasio-Cortez ha chiesto l’impeachment, mentre la base repubblicana e l’elettorato Maga applaudono compatti. I dettagli tecnici dell’operazione rivelano l’uso di mezzi imponenti: bombe anti-bunker sganciate da bombardieri B-2 decollati dal Missouri, e una pioggia di missili Tomahawk su altri due obiettivi. L’azione, coordinata ma tenuta segreta fino all’ultimo, ha colto tutti di sorpresa.

Guterres (ONU): “Una pericolosa escalation”

Dal fronte internazionale, arriva l’allarme del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che ha parlato di “una pericolosa escalation in una regione già sull’orlo del baratro”. Il rischio concreto, ora, è che gli Stati Uniti vengano trascinati in un conflitto diretto con Teheran, esponendo i 40mila militari americani presenti nella regione a ritorsioni. Mentre l’Europa resta a guardare, la diplomazia sembra sospesa. E la guerra, questa volta, potrebbe davvero cominciare.

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