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Valentina Greco rompe il silenzio dopo il ritrovamento: cosa sappiamo

Cellulari e computer restituiti: niente piste sospette

Durante le indagini, la polizia tunisina aveva sequestrato il cellulare e il computer portatile di Valentina per effettuare controlli approfonditi. L’obiettivo era chiarire se ci fossero stati contatti sospetti o elementi digitali in grado di ricostruire con esattezza cosa fosse accaduto nei giorni di silenzio. Ma gli accertamenti non hanno rilevato nulla di rilevante: i dispositivi sono stati restituiti alla donna e non è stato aperto alcun fascicolo giudiziario. Questo, per le autorità, è l’ennesima conferma che nessun reato è stato commesso.

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La madre resta a Cagliari: si attende il rientro

Nel frattempo, Roberta Murru, madre di Valentina, è rimasta in Sardegna. Dopo aver valutato l’idea di volare in Tunisia, ha deciso di attendere notizie da casa, soprattutto dopo l’arrivo del figlio Alessio nel Paese africano. Ora, con le condizioni mediche stabilizzate e le spese ospedaliere saldate, i fratelli potrebbero fare ritorno in Italia con il primo volo utile. L’associazione Penelope, che ha seguito l’intera vicenda, ha ribadito che non esistono profili penali aperti legati alla scomparsa di Valentina.

Un caso ufficialmente chiuso, ma ancora pieno di domande

Nonostante l’archiviazione formale, il caso di Valentina Greco continua ad alimentare dubbi e interrogativi. È davvero possibile che una donna resti chiusa in casa per dieci giorni, senza che nessuno – né vicini né amici – si accorga della sua presenza? E può un malore spiegare un’assenza così lunga e totale, priva di comunicazioni o richieste d’aiuto? Valentina, ora libera e con i suoi dispositivi restituiti, potrebbe decidere di raccontare tutta la verità, oppure scegliere il silenzio. Intanto, per molti, la sensazione è che il mistero sia solo parzialmente risolto.

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