
La tragedia di Valentina Salmistraro, 46 anni, ha lasciato sgomenti amici, parenti e colleghi. La donna è stata ricoverata in ospedale dopo aver avvertito sintomi che, all’apparenza, sembravano lievi e innocui. Nessuno avrebbe mai immaginato che quel disturbo, così sottovalutato, potesse avere conseguenze così gravi. La sua morte improvvisa ha sollevato domande e timori su quanto sia facile ignorare segnali del corpo che, se interpretati in tempo, potrebbero salvare una vita.
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Il sintomo iniziale: apparentemente innocuo
Secondo fonti mediche vicine alla famiglia, Valentina aveva iniziato a lamentare un leggero dolore toracico e affaticamento, sintomi spesso confusi con stanchezza o stress. “Era un dolore intermittente e non particolarmente intenso”, raccontano conoscenti, “così Valentina ha deciso di aspettare qualche giorno prima di rivolgersi al pronto soccorso”.
La sorpresa più grande è arrivata quando i medici hanno riscontrato che il disturbo era legato a una patologia grave e silenziosa, che in molti casi non dà segni evidenti fino a quando non è troppo tardi.
La corsa in ospedale e l’aggravarsi delle condizioni
Valentina Salmistraro è stata accompagnata in ospedale solo quando il dolore è diventato persistente. Nonostante l’intervento immediato del personale sanitario, le sue condizioni si sono deteriorate rapidamente. La diagnosi definitiva ha rivelato che si trattava di una malattia cardiovascolare avanzata, insospettabile fino a pochi giorni prima.
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