
Nel recente vertice Nato, i Paesi membri hanno compiuto un passo storico, impegnandosi formalmente a destinare il 5% del proprio Pil annuo alla difesa e alla sicurezza dell’Alleanza. Questo accordo rappresenta un traguardo significativo che l’ex presidente americano Donald Trump potrebbe considerare una sua vittoria personale, avendo sostenuto per anni la necessità di una maggiore equità nella distribuzione degli oneri militari. Tale decisione è stata accolta con diversi commenti sulla scena internazionale, suscitando reazioni contrastanti tra i leader mondiali. In molti hanno notato un dettaglio su Giorgia Meloni.
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Vertice Nato, gli 5% del Pil annuo alla difesa
Il vertice ha stabilito una scadenza precisa al 2035 per il raggiungimento di questo obiettivo. Entro tale data, gli Stati membri della Nato dovranno destinare una porzione significativa dei loro bilanci nazionali alla sicurezza collettiva. Questo è un passo che arriva in un contesto internazionale teso, caratterizzato da minacce crescenti come la guerra in Ucraina e l’instabilità in Medio Oriente. Questi fattori hanno spinto l’Alleanza a rafforzare i propri impegni per garantire la sicurezza comune.

Una delle questioni più discusse riguarda la Spagna, che ha ottenuto una deroga importante. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez è riuscito a negoziare una limitazione del suo impegno di spesa al 2,1% del Pil, almeno fino a una futura revisione. Questo accordo speciale è stato formalizzato attraverso uno scambio di lettere con il primo ministro olandese Mark Rutte. Tuttavia, tale concessione ha provocato la collera di Donald Trump, il quale ha minacciato possibili ritorsioni commerciali contro Madrid, esacerbando ulteriormente le tensioni diplomatiche tra i due Paesi.
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