Karen Kokeshi in ospedale, come sta l’influencer
Karen ha pubblicato qualche ora fa una storia su Instagram. La ragazza attualmente si trova in ospedale e ha scritto un messaggio per spiegare che non parteciperà ad un evento che aveva in agenda. Ma niente paura: Karen ci ha tenuto a rassicurare i suoi fan, precisando che il motivo per il quale è finita in ospedale non è grave. “Ciao amichetti, nulla di grave ma per un piccolo problema di salute non sono sicura di poter essere presente quest’anno in Games Week…sono molto triste. Faccio il possibile e vi tengo aggiornati, bacini”, ha scritto.
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Le confessioni intime sull’autostima
L’autrice ha usato la sua piattaforma Instagram per condividere un aspetto della sua vita molto più intimo e complesso: il rapporto con la sua autostima. Le sue parole hanno toccato le corde di molti, rivelando una profonda insicurezza che cozza con l’immagine pubblica di successo. “Non c’è mai stato un singolo periodo della mia vita in cui fossi a mio agio con me stessa“, ha confessato. Ha espresso una persistente sensazione di inadeguatezza: “Non mi sono mai vista bella, mai sentita intelligente. Non sono mai sentita al pari di nessuno, ma sempre qualcosa scalino sotto. In qualsiasi posto fossi ero sempre un pesce fuor d’acqua. Riguardandomi lo vedo”.
Questa vulnerabilità ha poi lasciato spazio a un messaggio di auto-accettazione e incoraggiamento, un augurio rivolto non solo ai suoi follower ma, in primo luogo, a sé stessa. Con un inatteso cambio di prospettiva, ha esortato a rompere il ciclo dell’auto-critica: “Da oggi smetti di pensare di fare schifo, smetti di parlare in fretta per paura che la gente si stufi di ascoltarti, smetti di vivere nella paranoia di aver deluso le aspettative di qualcuno”. La conclusione è un inno alla riscoperta del proprio valore: “Sei sempre stata bella, sveglia, buona, divertente. […] Sei abbastanza, goditi la vita. Ti voglio bene”. Questa onestà brutale e il successivo messaggio di speranza confermano Karen Kokeshi come una figura complessa e sfaccettata, capace di trasformare il dolore in un’opportunità di crescita e di connessione autentica con il suo pubblico, rendendola un esempio di coraggio.
