Rilievi sul posto: nessun trascinamento, un’impronta sul sacco
Un nuovo sopralluogo della scientifica ha escluso segni di trascinamento: terreno e vegetazione non mostrano strisciate, il che suggerisce che i corpi siano stati depositati lì già senza vita. Un’impronta parziale trovata sul sacco potrebbe appartenere al sospettato, ma il DNA non dà riscontri nei database di polizia. Si cercano match in archivi esteri, dall’Ungheria alla Romania. Il caso scuote Roma: non occorre arrivare in periferia per inciampare nell’orrore, basta una deviazione nel parco più grande d’Europa a due passi dal Vaticano. Intanto investigatori e cani molecolari setacciano ogni sentiero, mentre le telecamere di via Leone XIII vengono passate al setaccio fotogramma per fotogramma.

I nodi ancora da sciogliere
Cosa resta da capire:
- La causa esatta della morte della donna. Se il referto tossicologico parlerà di sostanze, si aprirà lo scenario di un avvelenamento accidentale o volontario.
- Il ruolo dell’uomo. È il padre? Un compagno occasionale? Un conoscente? Potrebbe aver tentato di chiedere aiuto, per poi fuggire in preda al panico.
- Perché due luoghi diversi? Distanziare i corpi per confondere gli investigatori o un gesto disperato per far trovare almeno la bambina?
Il silenzio di Villa Pamphili, rotto solo dal frinire delle cicale, è diventato l’eco di una tragedia familiare ancora senza colpevole. La cronaca attende le risposte della scienza, ma il parco ha un’ombra in più, un’ora buia incisa fra i tigli e le siepi che nemmeno il sole di giugno riesce a dissolvere.