Il cellulare e il volo verso la fuga
Solo il 3 giugno, due giorni prima del delitto, era stato soccorso in stato confusionale nei pressi di Campo de’ Fiori. Con lui c’erano la donna e la bambina. Lei cercava di medicarlo, con un’espressione smarrita. Disse agli agenti: «È la prima volta che si ubriaca così». Una frase che oggi suona come una bugia disperata. Lo stesso Kaufmann era già stato segnalato il 20 maggio per comportamenti aggressivi verso la compagna. Il 5 giugno, mentre viene segnalato per la presenza sospetta in strada con la bambina, filma gli agenti con il cellulare. Proprio quel telefono, intestato a lui, diventa l’elemento chiave per gli investigatori: sul dispositivo è registrata una prenotazione per un volo verso la Grecia. Il 10 giugno viene notato ancora a Roma, senza la bambina e con un trolley. Nessuna denuncia, nessuna comunicazione sulla scomparsa della figlia o della compagna. Il giorno successivo parte su un volo Ryanair diretto a Skiathos. L’uomo verrà arrestato il 13 giugno.

Identità confermata, restano gli interrogativi
Con la vera identità di Kaufmann ora accertata, le autorità italiane cercano di risalire anche all’identità delle vittime, due figure per ora ancora prive di un nome ufficiale, ma con una storia drammatica già incisa nei fatti. Nel frattempo, resta aperto l’interrogativo più grave e inquietante di tutti:
quante occasioni ci sono state per fermare quest’uomo prima della tragedia?