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Vittime di Villa Pamphili, la triste scoperta dopo la tragedia

Il giallo di Villa Pamphili: il sentimento prevalente la paura

Tra chi corre, porta a spasso il cane o si gode un picnic, il sentimento prevalente è la paura. Eleonora, residente nelle vicinanze, confessa di evitare la zona al crepuscolo: «Finché quel cancello resta spalancato, non mi sento al sicuro». Marco, runner abituale, è rimasto interdetto quando ha scorto i nastri della scientifica: «Credevo fossero lì per segnalare alberi pericolanti». La retorica della “città eterna” cozza con la fragilità di una Capitale che fatica a garantire decoro e protezione perfino nei suoi giardini monumentali. A dare voce al disagio sociale è Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma. «Questo non è un caso isolato: la città è costellata di povertà estreme che preferiamo non vedere», ammonisce. E rincara: «Se incontrate persone in condizioni di evidente fragilità, non tirate dritto. Fermatevi, chiedete, segnalate». Parole che pesano, perché intorno a quelle due vite c’è un vuoto di empatia: nessun fiore, nessun biglietto, nessuna veglia improvvisata. Solo la cronaca che scorre, e poi il silenzio.

Le indagini e la richiesta di informazioni

La Squadra Mobile ha diffuso le immagini dei tatuaggi della donna — fiori stilizzati sull’avambraccio e un piccolo cuore sul polso — sperando che qualcuno possa riconoscerla. «Chi ha notizie chiami il 112», è l’appello rilanciato in conferenza stampa. Gli investigatori ascoltano testimonianze di passanti che parlano di «una donna con una neonata e a volte un uomo», visti aggirarsi tra i sentieri la settimana precedente. Dettagli frammentari, da ricomporre come tessere di un puzzle. Oltre l’orrore del fatto in sé, il caso Villa Pamphili diventa specchio di un disagio collettivo. Nei parchi dove bambini giocano a pallone e coppie si scattano selfie, esistono sacche di marginalità estreme destinate a rimanere invisibili. E se è vero che la giustizia farà il suo corso, resta la domanda più bruciante: che società siamo, se due persone possono morire nel cuore di Roma senza che nessuno se ne accorga? Oggi che non ci sia nemmeno un fiore in memoria delle vittime fa male.

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