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“Vittoria schiacciante”. Regionali in Campania, il sondaggio é clamoroso: “Non c’è partita”

Centrodestra in affanno: Fratelli d’Italia cresce, ma la Lega crolla

Sul fronte opposto, il centrodestra parte in ritardo. La candidatura di Cirielli, arrivata solo nelle ultime settimane, ha rallentato la campagna elettorale e la coesione delle forze in campo.

Il partito che regge la coalizione è Fratelli d’Italia, oggi prima forza politica in Campania con il 18,2%, un balzo imponente rispetto al 5,9% delle scorse regionali. Forza Italia si attesta all’11,3%, segnando un recupero significativo. Male invece la Lega, che scende al 5,3%, confermando un trend di flessione già visibile a livello nazionale.

La lista civica “Cirielli Presidente”, appena nata, si ferma al 2,6%, un dato che riflette la difficoltà di consolidarsi sul territorio in così poco tempo. Nel complesso, le liste del centrodestra raccolgono il 40%, un punto in meno rispetto al consenso personale del loro candidato.

Ritratto di Roberto Fico ed Edmondo Cirielli, candidati alla presidenza della Regione Campania

Gli outsider e il fattore decisivo degli indecisi

Tra gli altri sfidanti, Giuliano Granato di Campania Popolare si attesta al 2,2%, raddoppiando il risultato della precedente tornata. La sua coalizione, che include Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, potrebbe in alcune province superare la soglia di sbarramento del 2,5%, conquistando così seggi in Consiglio.

Restano poi le incognite legate agli indecisi, che rappresentano circa il 18% dell’elettorato. Una fetta mobile e potenzialmente decisiva, soprattutto se spinta da eventi mediatici o confronti pubblici tra i candidati nelle ultime settimane di campagna elettorale.

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Dopo De Luca, la Campania cambia volto

La tornata elettorale di quest’anno segna una svolta storica: è la prima senza la presenza dominante di Vincenzo De Luca, figura che per oltre un decennio ha modellato la politica regionale. L’uscita di scena del governatore apre scenari completamente nuovi, con un campo progressista che sembra avviato verso una transizione ordinata e un centrodestra che cerca ancora un’identità forte in un territorio storicamente ostico.

Il voto in Campania, dunque, non sarà solo un test locale ma un termometro politico nazionale, osservato con attenzione da Roma. Dalla forza di Fico alla tenuta di Fratelli d’Italia, fino alla sopravvivenza delle liste civiche e ai movimenti minori, tutto concorrerà a delineare il futuro equilibrio del Mezzogiorno.

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