Franceschini smentisce ma il caso esplode
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato un retroscena del Corriere della Sera, secondo cui Dario Franceschini avrebbe suggerito una divisione dei ruoli tra Schlein e Conte.
L’ex ministro ha reagito con fermezza: “Tecnicamente si chiama seminar zizzania”, ha dichiarato, respingendo ogni accusa e aggiungendo:
“Ho sostenuto e sostengo convintamente Elly Schlein nel lavoro straordinario che sta facendo. Sul tema della premiership è tutto scritto nello Statuto del partito: il segretario è il candidato premier. Il resto è solo zizzania.”
Parole che non hanno però placato le polemiche, anzi: molti esponenti interni vedono nell’intervento di Franceschini il segnale di un Pd spaccato, dove le correnti continuano a muoversi sottotraccia.

Conte rilancia: “Il candidato naturale sono io”
Nel frattempo, Giuseppe Conte non intende restare alla finestra. Secondo fonti vicine al Movimento 5 Stelle, l’ex premier ritiene di essere il “candidato naturale” del campo progressista, forte della sua esperienza di governo e dei sondaggi che lo vedono in vantaggio anche tra parte dell’elettorato Pd.
Conte non sarebbe disposto a partecipare a primarie di coalizione, convinto che la leadership debba spettare a chi riesce ad attrarre consenso trasversale. “Chi l’ha detto che il candidato premier deve essere il segretario del partito più grande?”, avrebbe confidato ai suoi collaboratori.
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Tensioni e strategie nel campo progressista
La posizione di Conte apre uno scenario complesso: da una parte la Schlein che difende il principio statutario secondo cui il segretario del Pd è automaticamente il candidato premier; dall’altra, Conte, che punta a costruire una figura di leader “del popolo”, capace di parlare anche ai moderati e agli elettori disillusi.
Il rischio di una frattura insanabile è concreto. Con Giorgia Meloni saldamente alla guida del governo e del centrodestra, il centrosinistra rischia di arrivare diviso al prossimo appuntamento elettorale, senza una guida condivisa né una strategia comune.
Attesa per la decisione: unità o doppia corsa
Nei prossimi mesi, la coalizione progressista dovrà sciogliere il nodo della premiership.
Elly Schlein continua il suo lavoro per rafforzare il Pd e consolidare le alleanze sul territorio, mentre Giuseppe Conte appare determinato a proseguire per la propria strada.
Il centrosinistra resta così sospeso tra due opzioni: una leadership unitaria, che garantisca compattezza e credibilità, o due percorsi separati, destinati a dividersi anche alle urne.