Le indagini e il ritrovamento della pistola
Le attività investigative sono partite da un episodio apparentemente fortuito: il ritrovamento di una pistola automatica CZ modello 7B calibro 9 Luger con matricola 5793N, completa di caricatore e 14 proiettili, nascosta in un trolley abbandonato presso un bar della stazione. La polizia, rilevando la pericolosità dell’arma, ha subito intensificato i controlli e avviato una serie di verifiche sui movimenti sospetti nei pressi della stazione e nelle aree limitrofe.
L’ipotesi di un attentato contro il Papa è stata presa in considerazione fin dai primi momenti, data la coincidenza temporale con l’arrivo del Pontefice a Trieste e la presenza di numerosi fedeli e rappresentanti delle istituzioni. Le forze dell’ordine hanno dunque focalizzato l’attenzione sull’individuazione del proprietario del trolley e sulla possibilità che fosse collegato a cellule terroristiche. Il coordinamento tra le autorità italiane e le agenzie di intelligence straniere, in particolare l’Interpol, ha permesso di seguire rapidamente tutte le piste disponibili. L’analisi delle immagini di videosorveglianza e delle tracce lasciate dal sospetto ha portato all’identificazione di un cittadino turco ritenuto vicino a gruppi estremisti.

L’arresto e il profilo del sospettato
Le indagini hanno condotto all’arresto di Hasan Uzun, cittadino turco di 46 anni, fermato in Olanda in seguito a un mandato internazionale emesso dalle autorità italiane. L’operazione, coordinata dall’Interpol, ha avuto un ruolo determinante per la sicurezza dell’evento e per la prevenzione di ulteriori rischi.
Dopo l’estradizione in Italia, Hasan Uzun è stato trasferito in regime di isolamento prima presso il carcere di Milano e poi a Trieste. Gli inquirenti ritengono che Uzun sia collegato direttamente all’arma rinvenuta e che abbia agito all’interno di una struttura organizzata, inquadrata in una cellula dell’ISIS-K. Le indagini hanno permesso di ricostruire i contatti del sospettato con altri soggetti di origine turca e di individuare possibili ramificazioni della rete terroristica sul territorio europeo. Sono stati analizzati dispositivi elettronici, comunicazioni e spostamenti, nel tentativo di delineare con precisione la catena di comando e gli eventuali complici.