Le parole dell’avvocato Claudio Salvagni
Massimo Bossetti ha deciso di partecipare alla nuova docuserie Netflix in cui è stata ricostruita la vicenda della scomparsa e dell’omicidio di Yara Gambirasio, attraverso interviste e testimonianze esclusive. “Una volta avute rassicurazioni su questo, abbiamo preso in considerazione la possibilità che Massimo si potesse esprimere e parlare all’interno di questo progetto. Sono state chieste le autorizzazioni, per le quali c’è voluto molto tempo”, ha spiegato l’avvocato di Bossetti. “Incredibilmente, all’inizio c’è stato anche un grande ostruzionismo affinché Massimo potesse parlare. Ma poi è stato superato, meno male, quindi adesso il prodotto è completo. Ora non ci resta che guardarlo”, ha aggiunto Salvagni. “Io non l’ho visto, solo qualche spezzone, ma non so come sia venuto. Si tratta di un prodotto interessante che può tenere accesi i riflettori su un caso molto controverso”, ha dichiarato il legale.
Durante tutti questi anni, Massimo Bossetti ha sempre sostenuto la sua innocenza e, come conferma il suo legale, è probabile che nella nuova docuserie l’uomo sostenga l’estraneità ai fatti che hanno portato alla sua condanna. Di recente, il team legale di Bossetti è riuscito ad ottenere l’autorizzazione per visionare i reperti relativi al caso, tra cui gli indumenti della vittima e i campioni di DNA dell’Ignoto 1 che fu poi attribuito al muratore di Mapello, a distanza di dieci anni dal suo arresto. “Secondo me, come già detto, era fondamentale che venisse fatta una ricostruzione il più oggettiva possibile. Cosa che mi è sempre stata assicurata e che mi ha fatto dare l’ok alla partecipazione di Massimo a questa docuserie. Io non ho mai chiesto che ci fosse un prodotto ‘pro difesa’, ma uno oggettivo, questo sì”, ha concluso il legale.