Il nodo del DNA: quegli elettroferogrammi mai analizzati
L’altro punto cruciale riguarda gli elettroferogrammi, ovvero i grafici che rappresentano i dati genetici ottenuti dalle analisi del DNA. In particolare, la difesa si concentrerà sulla traccia 31G20, quella che collega Bossetti al delitto, ma che secondo i legali è stata valutata in modo parziale e “senza possibilità di contraddittorio”.
“È stato chiesto un atto di fede, perché il Dna mitocondriale non combacia”, aveva detto l’avvocato Claudio Salvagni in aula. Ora, invece, si potrà procedere a una lettura integrale di decine di migliaia di tracciati, che includono anche i 25mila campioni raccolti nella lunga caccia a Ignoto 1. Un lavoro titanico ma, secondo la difesa, necessario: “Potremmo scoprire profili compatibili che sono stati sottovalutati”, è l’ipotesi che i legali vogliono approfondire.
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La strada verso la revisione: “Finalmente possiamo lavorare”
“Ci abbiamo messo sei anni solo per poter iniziare a lavorare sulla carta”, ha dichiarato l’avvocato Salvagni all’Adnkronos. Ora, però, con i documenti in mano e l’analisi dei reperti fotografici e genetici finalmente concessa, si apre uno spiraglio concreto per richiedere la revisione del processo che ha condannato Bossetti all’ergastolo in via definitiva. L’uomo, detenuto dal 2014 nel carcere di Bollate, ha sempre proclamato la propria innocenza. La sua difesa sostiene che, fino a oggi, non vi sia stato pieno accesso alle prove su cui si è costruita la condanna. Ora, la svolta: materiale considerato “potenzialmente nuovo” è stato autorizzato. Se dai tracciati e dalle immagini emergeranno anomalie o discrepanze significative, si potrebbe davvero riaprire il caso.