I calamari e i totani che arrivano sulle nostre tavole non sono realmente ciò che immaginiamo: dove vengono pescati? I ricercatori dell’Università della California di Santa Cruz hanno fatto un’inquietante scoperta, come riporta Ilfattoalimentare.it. Gli studiosi hanno monitorato le attività globali di pesca e hanno tratto una conclusione che a molti non piacerà sentire. Cosa mangiamo realmente quando al ristorante ordiniamo un fritto di calamari? (Continua dopo le foto)
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Calamari e Totani, dove vengono pescati realmente? Lo studio
Il team ha incrociato vari tipi di dati per ricostruire le rotte dei pescherecci nel periodo compreso tra il 2017 e il 2020 in quattro vaste aree geografiche che comprendono tutti gli oceani. Gli stati hanno il controllo però solo su alcune aree, la maggior parte dei mari dove si effettua la pesca dei totani avviene in maniera non regolamentata.
I ricercatori hanno scoperto dunque che chi pesca calamari e ai totani, nell’86% dei casi lo fa nelle acque prive di regolamentazioni. Non ci sono dunque norme che indicano quantitativi ufficiali di pescato prelevabile e i pescherecci non sono soggetti alle limitazioni che invece caratterizzano le acque più controllate. Comprare calamari e totani pescati in acque internazionali significa che i consumatori non sono in grado di risalire all’origine del prodotto. (Continua dopo le foto)
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La conclusione della ricerca
Il risultato della ricerca non può che portare a fare un appello all’adozione di trattati internazionali per il monitoraggio e per attuare le necessarie limitazioni nella pesca di calamari e totani. Per come stanno le cose in questo momento, la pesca di questi prodotti è priva di ogni controllo e un consumatori non può sapere che cosa sia stato pescato e dove. E, di conseguenza, cosa mangia.