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Saman Abbas, analizzati i resti ritrovati: ecco cosa è emerso

Saman Abbas è la ragazza di origini pakistane di cui si sono perse le tracce a Novellara, comune in provincia di Reggio Emilia il 1° maggio 2021. Questo è successo subito dopo essersi rifiutata di affrontare un matrimonio combinato da parte dei suoi parenti. Lo scorso settembre 2021, alcuni resti sono stati trovati all’interno di tre sacchi neri all’interno di un canale a Fiuma, a pochi chilometri da Novellara. In queste ore sono stati divulgati i dati delle analisi. Vediamo insieme a chi appartengono e quali novità ci sono sul caso di Saman. (Continua a leggere dopo la foto)

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Saman Abbas, analizzati i resti ritrovati: ecco cosa è emerso

Nuova svolta per quanto riguarda il caso di Saman Abbas. I resti ritrovati nel settembre 2021 all’interno di tre sacchi neri all’interno di un canale a Fiuma, a quindici chilometri da Novellara non appartengono alla ragazzina pakistana. Come riportato da Fanpage, gli esami effettuati presso i laboratori di medicina legale di Modena hanno escluso che possano trattarsi di resti umani e hanno invece confermato l’origine animale. Secondo quanto riferito dagli esperti è probabile che che appartengano a un maiale o a un cinghiale. Dunque per ora il luogo dove dovrebbe essere sepolto il corpo della ragazzina resta un mistero. Ora si attendono le analisi di un secondo reperto osseo rinvenuto lo scorso novembre. In questo caso potrebbe trattarsi di Saman? Per ora non resta che attendere le analisi legali per capire se gli inquirenti avranno una nuova pista da seguire. Nel frattempo scopriamo nel dettaglio dov’è stato scoperto questo secondo ed importante reperto. (Continua a leggere dopo la foto)

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Il secondo reperto osseo

Fino a questo momento gli inquirenti hanno indagato su due campioni ossei riconducibili a Saman Abbas: uno è proprio quello ritrovato nel canale in località Fiuma che ha portato a un nulla di fatto, il secondo è quello rinvenuto lo scorso novembre, di cui è stata data notizia però solo a inizio gennaio 2022. Si tratterebbe di un frammento osseo rinvenuto a Lido Po di Boretto, sempre nel Reggiano. Anche in questo caso sono in corso gli accertamenti per capirne l’origine. Secondo quanto riferito dai RIS di Parma l’osso rinvenuto potrebbe essere riconducibile a una calotta cranica.

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