PERSONAGGI TV. In un recente intervento, Myrta Merlino, la nota conduttrice televisiva, ha espresso una critica serrata nei confronti dei genitori di Filippo Turetta, l’arrestato in Germania per l’omicidio di Giulia Cecchettin. La sua dichiarazione solleva questioni profonde sull’educazione e sui valori trasmessi nella società contemporanea, mettendo in luce il dibattito sempre più acceso sul femminicidio in Italia.
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Myrta Merlino e il messaggio rivolto ai genitori
Attraverso un post sul suo profilo Instagram, Myrta Merlino ha esteso la sua critica non solo ai genitori di Filippo Turetta, ma a quelli di tutti i giovani uomini coinvolti in atti di violenza contro le donne. Ha evidenziato come l’educazione alla rinuncia di sentimenti patriarcali e al rispetto reciproco sia cruciale. Questa affermazione, che richiama la responsabilità dei genitori nell’educazione dei figli, pone un accento sull’urgenza di rivedere i modelli educativi per prevenire la violenza di genere.
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“Penso ai genitori di Filippo Turetta e di altri giovani assassini, stupratori, aguzzini di loro coetanee.
Figli di donne della mia generazione, che avrebbero dovuto educarli, anche con l’esempio, al rifiuto di inaccettabili sentimenti patriarcali. Evidentemente qualcosa non ha funzionato. Dobbiamo interrogarci su cosa sia per mettere fine a questa mattanza”.
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Reazioni e riflessioni della community di Instagram
La dichiarazione di Merlino ha suscitato una moltitudine di reazioni sui social media. Mentre alcuni utenti hanno condiviso il suo pensiero, altri hanno espresso disaccordo, sottolineando che non sempre la responsabilità può essere attribuita all’ambiente familiare o all’educazione ricevuta. Queste opinioni divergenti riflettono la complessità del dibattito sul ruolo dell’educazione familiare nella formazione del carattere e delle azioni degli individui. Alcuni commenti hanno anche evidenziato che, nonostante il miglior impegno dei genitori, ci possono essere fattori esterni o intrinseci che sfuggono al loro controllo.
Ecco infatti che un utente scrive: “Ma perché gettare la croce addosso a due genitori che hanno scoperto di non conoscere il proprio figlio? Cosa deve dire un padre più che “speravo ad un certo punto che finisse in un altro modo”? Cosa le da la sicurezza che la colpa sia della madre e del padre che non hanno saputo educarlo? E se invece fossero stati 2 bravi genitori?”