È giallo dietro la morte di Clelia Ditano, la ragazza di 25 anni precipitata nel vano dell’ascensore. La ragazza aveva chiamato l’ascensore dal quarto piano, ma quando le porte si sono aperte, la cabina non era salita e per Clelia non c’è stato nulla da fare. La tragedia è avvenuta a Fasano, in provincia di Brindisi la notte del primo luglio, in una palazzina popolare di via Piave 160. I carabinieri stanno lavorando per capire quale siano le possibili cause del drammatico incidente.
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La morte in ascensore
Quando i genitori, all’alba, le hanno telefonato per capire come mai non fosse tornata a casa, hanno sentito la suoneria del cellulare provenire dalla tromba dell’ascensore e così hanno scoperto il corpo. Clelia Ditano è morta a soli 25 anni nella palazzina dove abitava con la famiglia. La 25enne, forse distratta non si è accorta della mancanza della cabina ed è precipitata nel vuoto. I militari hanno interrogato numerosi testimoni, tra cui residenti del condominio, vicini di casa, manutentori dell’impianto, l’amministratore del condominio e amici della vittima e i genitori di Clelia, Giuseppe Ditano e Giusy Angiulli. Perchè l’ascensore non è salito? Perchè le porte si sono aperte? Queste le domande a cui si cerca un’immediata risposta. (continua dopo la foto)
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La scoperta da brividi sull’impianto
I primi dati sono stati già acquisiti dai responsabili della ditta di manutenzione. L’impianto è attualmente sotto sequestro, e resta da chiarire se si sia trattato di un guasto o di una manomissione esterna che avrebbe potuto compromettere i sistemi di protezione. Quando Clelia è precipitata, la cabina era ferma al primo piano ma questo non ha impedito alla porta al quarto piano di aprirsi. Clelia ha fatto un volo di circa 15 metri. (continua dopo la foto)
L’ipotesi
Un ingegnere di Lecce esperto di ascensori, a Repubblica, spiega che l’incidente potrebbe essere avvenuto per un malfunzionamento dei sensori: “I meccanismi degli ascensori in genere sono gestiti da un sistema centrale, oggi sono dei Plc . Gli ascensori sono programmati in modo che se il motore è in moto le porte non si riescono ad aprire. Ci sono poi dei sensori chiamati sensori induttivi. Riescono a capire quando c’è una cabina che è arrivata a un piano. A questo punto danno il consenso per una eventuale apertura delle porte. Il guasto sarà stato a un sensore o a un controllo. Anche se i controlli di solito non sono singoli. Bisogna risalire alla manutenzione per capire cosa abbia causato il guasto“.