Personaggi tv. ”Io ricco? Non ho un soldo da parte e vivo così…”. Il famoso regista sgancia bomba – «Abbiamo un problema molto serio, una bomba a orologeria che sta per esplodere». Chi ha un problema? «Il cinema italiano. Non è la solita boutade, siamo davvero a un passo dal baratro. Anzi, ci siamo già dentro». Comincia così l’intervista del famoso regista italiano. L’86enne ha svelato di non essere affatto ricco e di vivere in affitto. Non solo, al «Corriere della Sera» il cineasta bolognese ha espresso la necessità di creare un Ministero per il cinema, viste le difficoltà in cui versa la settima arte. Per ora soltanto un’idea, ma in futuro… Chissà! (continua a leggere dopo le foto)
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Il famoso regista sgancia bomba: ”Io ricco? Non ho un soldo da parte e vivo così…”
Pupi Avati si è raccontato in una lunga intervista pubblicata stamani, giovedì 6 febbraio 2025, sul «Corriere della Sera». In primo luogo ha parlato della crisi del settore cinematografico: «Chiuda gli occhi e immagini un produttore cinematografico italiano, uno di quelli che considera ricco sfondato, senza ovviamente farmi il nome. Fatto?. Ecco, anche lui non dorme sonni tranquilli. Sta per finire tutto». E quando Tommaso Labate ha osservato “Dopo quasi sessant’anni di cinema, lei sarà ricchissimo”, il regista ha risposto con fermezza: «Macché, sono povero. Se fossi rimasto a vendere surgelati sì, a quest’ora sarei milionario». (continua a leggere dopo le foto)
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Pupi Avati: “Io ricco? Non ho un soldo”, il regista vive in affitto
La casa a Piazza di Spagna, a Roma, che tanti gli invidiano, non è sua: «Ci vivo da cinquantacinque anni ma non è mia, sono in affitto». Pupi Avati ha spiegato di non avere troppa liquidità e non ha mai potuto comprarla: «Perché non ho i soldi. Ci sono stati anni in cui ne ho avuti, anni in cui le banche elargivano così tanto credito al cinema italiano che mio fratello Antonio (da sempre il suo produttore, oltre che sceneggiatore, ndr) girava con la carta in titanio dell’American Express. Con quella potevi alzare il telefono e prenotare un volo per l’Australia con la cena nel miglior ristorante di Sidney appena atterrato, senza neanche arrivare a domandarti quanto avessi sul conto. I soldi giravano, punto. Ora a stento c’è il bancomat. Le cifre di cui si parla sottovoce fanno paura».
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