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Dramma per il calciatore: rapiti moglie e figlio in casa sua

Una violenza brutale e improvvisa, che ha lasciato senza parole tifosi, compagni di squadra e una comunità intera. La notizia è stata confermata dalle autorità locali e rilanciata dai media sudamericani. L’attacco è avvenuto all’alba, in un quartiere residenziale già nel mirino delle bande criminali che imperversano da mesi nel paese.

La polizia ha avviato un’indagine immediata, mobilitando unità speciali per tentare di rintracciare i responsabili e liberare i due ostaggi. Rodriguez è stato posto sotto protezione, per timore che possa essere nuovamente preso di mira. Le autorità hanno ribadito il “livello massimo di allerta” già in vigore nella zona e hanno rafforzato i controlli nei punti sensibili di Guayaquil, città simbolo di un traffico illecito sempre più pervasivo.

Il racconto agghiacciante del calciatore

Jackson Rodriguez, secondo quanto riportato dai primi soccorritori, sarebbe riuscito a nascondersi sotto il letto, evitando per poco di essere sequestrato a sua volta. «Hanno chiesto a mia moglie se fossi in casa, lei ha detto di no… poi hanno preso tutto e li hanno portati via», avrebbe raccontato, sotto shock, alle forze dell’ordine intervenute sul posto.

I rapinatori, armati e con il volto coperto, hanno sfondato la porta di casa, portando via denaro, gioielli, elettrodomestici e altri beni di valore. Poi il colpo più feroce: la donna e il bambino sono stati trascinati via con la forza, caricati su un pick-up grigio e fatti sparire nel nulla.

L’Emelec, la squadra in cui milita Rodriguez, ha scelto la via del silenzio, senza dichiarazioni ufficiali, ma fonti vicine al club riferiscono di una “vicinanza totale e discreta” al calciatore in questo momento devastante.

Un Paese in balia della criminalità

Quella di Rodriguez non è una vicenda isolata, ma il riflesso di una crisi di sicurezza profonda che ha trasformato l’Ecuador in uno dei nuovi epicentri della violenza organizzata in America Latina. Guayaquil, città portuale e commerciale, è diventata un terreno fertile per gang e cartelli, e i sequestri a scopo intimidatorio o estorsivo stanno aumentando in maniera esponenziale. Il governo ha già dichiarato lo stato d’emergenza, ma i risultati faticano ad arrivare.

Questa volta, però, la violenza ha colpito un volto noto del calcio nazionale, dando al dramma un’eco ancora più forte. Jackson Rodriguez, simbolo dello sport e della comunità, è diventato in poche ore simbolo di una tragedia che non risparmia nessuno, nemmeno chi dovrebbe sentirsi protetto nelle mura della propria casa.

La speranza di un ritorno

Intanto, il Paese si mobilita. Sui social si moltiplicano i messaggi di solidarietà e gli appelli per il rilascio immediato di madre e figlio. In campo istituzionale e sportivo cresce la pressione per una risposta rapida ed efficace. Ma soprattutto, cresce la speranza: quella di rivedere presto, sani e salvi, i volti sorridenti di una madre e del suo bambino, vittime innocenti di un incubo che solo il coraggio delle forze in campo e la forza della comunità potranno spezzare.

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