
Personaggi TV. Mentre il caso di Chiara Poggi viene nuovamente riesaminato e il nome di Alberto Stasi ritorna al centro del dibattito pubblico, Selvaggia Lucarelli sceglie una linea opposta rispetto alla maggioranza dei commentatori. La giornalista non si concentra tanto sui possibili colpevoli, quanto sull’effetto devastante che l’attuale esposizione mediatica può avere su chi viene messo alla gogna pubblica, pur non essendo nemmeno indagato.
Sui social e in tv, la Lucarelli non ha usato mezze misure: “Attendo che tenti di togliersi la vita una delle persone su cui tutti i giorni leggo insinuazioni schifose”. Parole dure, che mostrano chiaramente il suo livello di esasperazione verso un sistema che, a suo dire, “accusa con leggerezza e spettacolarizza il dolore”.
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L’affondo su Giletti: “Ha sbagliato perfino la condanna”
La Lucarelli ha poi puntato il dito direttamente contro Massimo Giletti, reo di aver fornito un’informazione errata in prima serata, durante un’ospitata a Porta a Porta. Secondo quanto riportato dalla giornalista, Giletti avrebbe affermato che a Stasi “sono stati dati solo 16 anni perché i giudici non erano convinti della sua colpevolezza”. Falso, sottolinea Selvaggia, perché la condanna definitiva a 24 anni è stata ridotta a 16 per via del rito abbreviato, non per dubbi della corte.
“Una cosa è che lo dica una persona comune, ma se lo fa un giornalista che dovrebbe informare, allora è grave. Questo è disinformare, non informare”, ha tuonato durante Accordi e Disaccordi sul Nove.
Per quanto io sia d'accordo che il sospetto rende la persona automaticamente "colpevole" nella mente delle persone, e che le parole vadano dosate, sul 'io mi ammazzerei ' mi viene la pelle d'oca. Pesantemente. #Garlasco pic.twitter.com/kSit0XmeAg
— Francesca👑💎 (@FrancescaEva90) June 5, 2025
“Garlasco peggio di Erba”: la critica al circo mediatico
Lucarelli non si limita a Giletti. Il suo è un attacco trasversale a tutta l’informazione che, a suo parere, sta trasformando il caso Garlasco in un reality dell’orrore, molto peggio del clamore mediatico intorno a Olindo e Rosa. “Tutti parlano, tutti ipotizzano, tutti spingono teorie ogni giorno diverse, pur di alimentare la narrazione che vuole Stasi innocente a tutti i costi”, ha detto. E ha aggiunto: “Quando ci sono cento piste, di solito è perché non ce n’è nemmeno una seria”.
Tra le “teorie folli” finite nel mirino della giornalista ci sono impronte “insanguinate” che non lo erano, piste sataniche, preti coinvolti e identikit basati su racconti di soggetti poco attendibili. Tutti elementi che, secondo la Lucarelli, allontanano dai fatti reali e ingannano il pubblico.
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