
Usa-Iran, la notte dell’attacco: è successo di tutto – Con un attacco aereo improvviso, Donald Trump ha scosso il Medio Oriente, sferrando un’azione militare contro tre siti nucleari in Iran (Fordow, Natanz ed Esfahan) e gettando altra benzina su un conflitto già acceso da giorni di bombardamenti israeliani. Il blitz è arrivato ben prima del termine delle due settimane che lo stesso presidente aveva indicato per trovare un’intesa con Teheran.

Trump colpisce l’Iran: raid a sorpresa contro tre siti nucleari
Con un attacco aereo improvviso, Donald Trump ha scosso il Medio Oriente, sferrando un’azione militare contro tre siti nucleari in Iran – Fordow, Natanz ed Esfahan – e gettando altra benzina su un conflitto già acceso da giorni di bombardamenti israeliani. Il blitz è arrivato ben prima del termine delle due settimane che lo stesso presidente aveva indicato per trovare un’intesa con Teheran.

“È guerra”: la risposta dell’Iran e le prime minacce
Pochi minuti dopo l’attacco, la televisione di Stato iraniana ha lanciato un’allerta chiara: “Ogni cittadino americano o militare nella regione è ora un legittimo obiettivo”. Su X (ex Twitter), un account associato ai Guardiani della Rivoluzione ha pubblicato un post secco e inquietante: “Adesso è iniziata la guerra”. A rincarare la dose ci hanno pensato gli Houthi, alleati di Teheran, che hanno espresso solidarietà e avvertito che la risposta non tarderà.

L’annuncio di Trump: “Successo totale, ora la pace”
Il presidente ha affidato a Truth Social il primo commento ufficiale sull’attacco: “Abbiamo completato con successo l’operazione”, ha scritto, spiegando che tutti i velivoli americani erano già usciti dallo spazio aereo iraniano e stavano rientrando sani e salvi. “Congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani”, ha aggiunto. “Abbiamo fatto ciò che nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare”. Poi il tono si è fatto più solenne: “È l’ora della pace”. Poche ore dopo, dalla Casa Bianca, Trump è apparso in diretta accanto al suo vice J.D. Vance, al segretario di Stato Marco Rubio e al capo del Pentagono Pete Hegseth. Il presidente ha parlato per appena tre minuti, ma con una gravità evidente: “I siti nucleari chiave iraniani sono stati completamente distrutti con attacchi di precisione”, ha dichiarato. Poi l’ultimatum: “Il futuro dell’Iran è pace o tragedia. Se non scelgono la pace, abbiamo altri obiettivi pronti, e li colpiremo con forza, velocità e precisione”.
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