
La situazione geopolitica mondiale sta diventando sempre più intricata, con nuovi focolai di tensione che emergono continuamente. L’attacco congiunto di Israele e Stati Uniti contro l’Iran ha ulteriormente complicato il panorama internazionale, distogliendo temporaneamente l’attenzione dal conflitto in Ucraina. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha riportato l’attenzione sull’Est Europa, lanciando un allarme che non può passare inosservato.
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L’Ucraina come barriera
Oggi l’Ucraina svolge un ruolo cruciale nel frenare le ambizioni russe. Zelensky ha sottolineato che “Putin non ha tempo di addestrare l’esercito, e vengono tutti annientati sul campo di battaglia”. Egli ribadisce che la resistenza ucraina funge da cuscinetto per l’Europa e la NATO, e richiede che questo sacrificio sia riconosciuto con maggiori aiuti militari e garanzie di sicurezza più concrete.
Zelensky insiste sul fatto che ogni euro investito in Ucraina oggi rappresenta un potenziale missile in meno puntato verso le capitali occidentali domani. Se la Russia dovesse riprendere vigore, nessun confine europeo sarebbe al sicuro.

Ucraina, l’allarme di Zelensky: “Russia potrebbe attaccare Paesi Nato entro 5 anni”
Alla vigilia del vertice dell’Alleanza Atlantica all’Aja, Zelensky ha espresso preoccupazioni concrete: secondo le sue previsioni, Mosca potrebbe attaccare un Paese della NATO entro il 2030. Intervistato da Sky News, Zelensky ha spiegato: “A mio avviso è un processo lento perché crediamo che a partire dal 2030 Putin potrà avere capacità significativamente maggiori”, riporta Adnkronos. Questo implica che, finché la guerra in Ucraina tiene il Cremlino occupato, il rischio è controllato. Tuttavia, se Kiev dovesse crollare o perdere importanza strategica, la Russia potrebbe guardare oltre, verso l’Occidente.
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