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Nostradamus, la profezia sul 2027 che gela il mondo intero: cosa c’entra Papa Leone

Papa Leone

Con l’elezione di Papa Leone XIV, la Chiesa cattolica vive un passaggio epocale: Robert Francis Prevost è il primo pontefice statunitense della storia. Ma accanto all’entusiasmo per il nuovo pontificato, affiora anche un’antica inquietudine. Un nome carico di significato, un contesto globale segnato da crisi e instabilità e, sullo sfondo, le profezie di Nostradamus. Alcuni interpreti leggono nei suoi versi una sinistra previsione legata proprio a questo Papa e all’anno 2027. È solo suggestione o c’è davvero qualcosa da temere?

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Leone XIV: un nome antico per un pontificato inedito

L’ascesa al soglio pontificio di Leone XIV ha suscitato un grande impatto simbolico. Non solo per la sua provenienza — statunitense, evento mai accaduto prima nella bimillenaria storia della Chiesa — ma anche per la scelta del nome, che rievoca figure storiche di grande peso. L’ultimo Papa Leone fu Leone XIII, eletto nel 1878: un papa filosofo e riformatore. Scegliere oggi quel nome — forte, carico di richiami biblici e simbolici — ha inevitabilmente acceso il dibattito tra fedeli, storici e appassionati di esoterismo. Il leone, nell’iconografia religiosa, è simbolo di giustizia, forza e regalità. Ma nelle profezie, quel leone potrebbe assumere anche un altro significato, più inquietante.

Nostradamus e la quartina sul “grande leone sul trono”

Secondo alcune interpretazioni, una quartina di Nostradamus descrive un “grande leone sul trono” che regnerà durante “un’epoca di fuoco e inondazioni”. Versi oscuri, come da tradizione del veggente di Saint-Rémy, ma che negli ultimi mesi sono stati letti in chiave attuale. Molti vedono in quella immagine un riferimento diretto a Papa Leone XIV, collegandolo a uno scenario di crisi globale.

Secondo i sostenitori di questa lettura, l’anno chiave sarebbe il 2027: l’inizio della fine del papato, ma anche di un collasso mondiale causato da guerre, disastri ambientali e destabilizzazione morale. Una visione apocalittica che, inevitabilmente, si scontra con la razionalità ma che continua ad affascinare e inquietare, alimentata dalla scelta di un nome che — si sostiene — non sarebbe casuale.

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