
Personaggi TV. Un nome conosciuto nel mondo della musica italiana è finito al centro di un processo durato anni, capace di accendere riflettori scomodi su una realtà drammatica e troppo spesso silenziosa. La vicenda giudiziaria ha riaperto il dibattito pubblico sui maltrattamenti domestici, portando in primo piano un caso che ha lasciato l’opinione pubblica senza parole. Tutto è iniziato da una segnalazione che ha portato alla luce violenze fisiche e psicologiche consumate tra le mura di casa.
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La condanna: 4 anni al rapper
Il verdetto è arrivato nei giorni scorsi dal Tribunale di Torino. Lorenzo Venera, in arte Amnesia, è stato condannato a 4 anni di reclusione per maltrattamenti aggravati contro l’ex compagna. Una sentenza che pesa come un macigno, soprattutto per la gravità dei fatti contestati. Oltre alla pena detentiva, il giudice Elisabetta Chinaglia ha disposto un risarcimento provvisionale: 10.000 euro per la vittima e 5.000 euro per la figlia minore, anche lei riconosciuta come parte lesa nel procedimento.
Secondo quanto emerso in aula, gli episodi violenti si sono susseguiti tra il 2018 e il novembre 2024. L’arresto dell’artista avvenne in seguito a una segnalazione dei vicini: grida, rumori forti, e una scena agghiacciante in cui la donna venne colpita al volto e afferrata per il collo. Da lì, le misure del Codice Rosso e il passaggio dal carcere ai domiciliari.
“Sarai la prossima Giulia”: le minacce che hanno sconvolto l’aula
Durante il processo, la ex compagna ha raccontato nel dettaglio episodi di violenza fisica e psicologica. Ma ciò che ha scioccato di più è stata una frase pronunciata dall’artista: “Sarai la prossima Giulia”, un chiaro riferimento a due delle vittime più simboliche del femminicidio in Italia, Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano. La minaccia, documentata e creduta attendibile dalla Corte, ha avuto un impatto decisivo nella condanna.
La donna ha testimoniato di aver vissuto per anni nel terrore, soggetta a minacce continue e comportamenti intimidatori anche in presenza della figlia minore. Le relazioni degli psicologi parlano di conseguenze gravi e durature, sia per la madre che per la bambina. Il clima in aula è stato spesso teso e carico di emozione, soprattutto durante la ricostruzione degli episodi più violenti.
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