
La scomparsa di Simona Cinà continua a destare profonda attenzione pubblica e a mobilitare le autorità investigative, impegnate ad accertare con precisione le circostanze della tragedia che ha colpito una giovane atleta e la sua famiglia. La ventenne, scoperta senza vita nella piscina di una villa a Bagheria nella notte tra venerdì e sabato, è oggetto di una doppia indagine: una focalizzata sui suoi rapporti personali e sulle abitudini di vita, l’altra di natura medico-legale, rivolta all’analisi scientifica del corpo. Sarà proprio l’esame anatomo-patologico a fornire i primi riscontri sulla causa del decesso, che resta ufficialmente ignota.
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Morte di Simona Cinà: accertamenti in corso sulla ventenne trovata senza vita a Bagheria
Nelle scorse ore, presso il policlinico di Palermo, il corpo di Simona è stato sottoposto a indagini radiologiche in preparazione dell’autopsia prevista per giovedì 7 agosto. Sono stati effettuati esami come tomografia assiale, radiografie e risonanza magnetica, al fine di individuare eventuali traumi o emorragie interne utili a ricostruire la dinamica dei fatti. Tuttavia, sarà il lavoro dell’anatomopatologo Tommaso D’Anna a chiarire se la morte sia avvenuta per annegamento o se la giovane fosse già priva di vita al momento della caduta in acqua. La presenza di acqua nei polmoni sarà l’elemento chiave per stabilire la verità.
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Simona Cinà: i genitori in procura per tre ore raccontano la sua storia
Per un quadro completo delle cause della morte di Simona Cinà sarà necessario attendere fino a quarantacinque giorni, quando saranno disponibili anche i risultati degli esami tossicologici e istologici. Nel frattempo, un perito incaricato dalla famiglia sta seguendo ogni fase delle verifiche. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Bagheria e del sostituto procuratore di Termini Imerese, Raffaele Cammarano, proseguono con precisione, come confermato dalla famiglia Cinà al termine di un colloquio durato oltre tre ore.
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