Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

“È colpa vostra”: Sinner, la mazzata durissima dopo il malore

Il recente ritiro di Jannik Sinner dalla finale di Cincinnati contro Carlos Alcaraz ha riportato al centro dell’attenzione un tema cruciale per il circuito ATP e per il futuro del tennis internazionale. La decisione del giovane tennista azzurro, costretto a lasciare il campo dopo appena venti minuti di gioco a causa di un improvviso malessere, ha scatenato una serie di reazioni tra gli addetti ai lavori, sollevando interrogativi sulla sostenibilità fisica degli impegni richiesti agli atleti di alto livello. Le parole di Paolo Bertolucci, ex campione e stimato opinionista televisivo, hanno alimentato un dibattito che coinvolge non solo gli aspetti sportivi, ma anche economici e organizzativi della disciplina.

Ritiro choc di Sinner: le ipotesi sul malore

La scelta di Sinner di ritirarsi sul punteggio di 5-0 in favore dell’avversario non è stata dettata da un infortunio muscolare, bensì da una combinazione di caldo estremo, umidità e sintomi influenzali, che hanno messo a dura prova la resistenza del tennista altoatesino. Il caso Sinner si inscrive in un contesto più ampio: durante il torneo di Cincinnati, ben otto giocatori hanno dovuto interrompere la loro partecipazione, tra cui Artur Rinderknech, vittima di un colpo di calore, e Alexander Zverev, costretto a concludere la sua partita in condizioni di estremo affaticamento.

L’accusa pesante di Bertolucci: bufera social

La vicenda ha suscitato la reazione di Bertolucci, che sui social ha dichiarato: “I giocatori hanno le loro colpe. Accettano tornei di dieci giorni in cambio di più soldi e giocano la finale alle 15 per raggiungere in serata New York e partecipare al ricchissimo misto. Serve un tavolo con tutte le componenti in ballo. SOS tennis!!”. Queste parole mettono in evidenza il conflitto tra le crescenti esigenze di spettacolo e la tutela della salute degli atleti, un tema che sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito internazionale.

La programmazione intensiva dei tornei, insieme alla scelta di disputare finali in orari climaticamente sfavorevoli, sta sollevando critiche diffuse. Non solo i tifosi, ma anche professionisti e addetti ai lavori si interrogano sulla reale capacità del sistema di garantire condizioni eque e sostenibili per tutti i partecipanti.

Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva

Successiva
Pagine: 1 2
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2025 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure