
Sedici persone sono state ricoverate tra giugno e luglio a seguito di gravi sintomi dopo l’assunzione di integratori di vitamina D. L’episodio coinvolge cittadini sia residenti sia turisti, sottolineando la crescente vulnerabilità legata al consumo di prodotti non certificati e senza la necessaria supervisione medica. Le autorità sanitarie hanno diffuso un avviso urgente, richiamando l’attenzione sui rischi connessi all’uso indiscriminato di integratori facilmente reperibili sul web.
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Vitamina D, sempre più diffusi gli integratori: ma attenzione
La vitamina D svolge un ruolo chiave nell’assorbimento del calcio e nel mantenimento della salute ossea, oltre a influenzare il funzionamento del sistema immunitario. Tuttavia, la carenza di questa vitamina è molto comune, spingendo sempre più persone al ricorso a integratori, spesso senza una reale necessità clinica e senza consulto medico. Un recente caso di overdose da vitamina D ha sollevato una forte preoccupazione sanitaria nelle Isole Baleari.
La crescita della domanda di vitamina D è stata favorita anche da campagne di sensibilizzazione sul rischio di carenza, soprattutto nei mesi invernali o in persone con ridotta esposizione solare. Tuttavia, questa tendenza ha determinato un aumento dell’autoprescrizione e una proliferazione di prodotti reperibili senza controllo, con il conseguente aumento di casi di assunzione eccessiva.

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L’allerta riguarda in particolare un lotto di integratori, potenzialmente distribuito anche in altre regioni spagnole, secondo quanto dichiarato dall’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione (AESAN). Gli esperti invitano alla massima cautela nell’acquisto di prodotti online, soprattutto se privi delle opportune certificazioni e controlli farmaceutici. L’episodio mette in luce una problematica diffusa che interessa non solo la Spagna, ma molti Paesi europei, dove l’uso di integratori è in rapido aumento.
Tra i sintomi più frequenti che hanno richiesto il ricovero figurano nausea, vomito e dolori addominali, spesso accompagnati da complicanze come insufficienza renale acuta e livelli eccessivamente alti di calcio nel sangue (ipercalcemia). Gli specialisti sottolineano che i primi segnali sono stati registrati in primavera, ma è stato solo durante l’estate che l’emergenza ha assunto carattere di urgenza, portando a un’azione coordinata tra le strutture ospedaliere e le autorità di vigilanza alimentare.
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