
A due mesi dal voto sulla mozione di sfiducia legata al cosiddetto Pfizergate, da cui Ursula von der Leyen era uscita salva ma indebolita, la presidente della Commissione europea torna al centro delle polemiche.
Nel giro di 24 ore sono state presentate due nuove mozioni di censura: la prima dal gruppo sovranista dei Patrioti per l’Europa, la seconda dal gruppo della sinistra radicale The Left, che questa mattina ha annunciato di aver raccolto le 72 firme necessarie per la presentazione formale.

Un equilibrio fragile
Lo scenario di una caduta di von der Leyen appare al momento improbabile, a meno di malumori interni alla maggioranza che la sostiene. La presidente, intervenuta ieri a Strasburgo, ha ribadito la volontà di rafforzare la piattaforma europeista, composta da popolari, socialisti, liberali, con il sostegno variabile di conservatori e verdi. Una coalizione fragile ma indispensabile per garantire stabilità.
Au nom de millions de Français, face à la présidente de la Commission européenne Ursula von der Leyen, je lui ai posé aujourd'hui une question simple : quels intérêts défend-elle vraiment ? pic.twitter.com/NdoUeUq29J
— Jordan Bardella (@J_Bardella) September 10, 2025
La mozione dei Patrioti
Il gruppo guidato da Jordan Bardella, erede politico di Marine Le Pen, ha depositato la propria mozione agli uffici del Parlamento europeo con il sostegno compatto degli 85 eurodeputati sovranisti, inclusi gli 8 della Lega.
Nel testo, i Patrioti contestano la politica commerciale della Commissione, criticando in particolare il recente quadro Ue-Usa e l’accordo di libero scambio Ue-Mercosur, definito dannoso per le economie europee.
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