
Non si placa la polemica attorno alle parole di Piergiorgio Odifreddi, finite al centro dell’attenzione dopo il suo intervento a L’Aria che tira su La7, dove aveva commentato l’omicidio del leader conservatore americano Charlie Kirk. La premier Giorgia Meloni lo aveva accusato di giustificare implicitamente la violenza politica. Odifreddi, intervistato da La Stampa, ha però chiarito la sua posizione.
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La difesa: «Chi semina vento raccoglie tempesta»
Il matematico ha spiegato il senso delle sue parole a L’Aria che tira. «Non ho mai incitato alla violenza. Nella trasmissione non mi hanno fatto finire il ragionamento, ma non intendevo in alcun modo giustificare l’omicidio. Se uno predica la pace è più assurdo che venga ucciso, mentre chi dissemina odio e incita al riarmo si espone maggiormente a ritorsioni. Ma questo non significa che io ne sia contento o che lo trovi giusto».
Un chiarimento che insiste sul piano concettuale: «Non è mai legittimo sparare a nessuno. Nemmeno a chi sostiene tesi estremiste. Io credo soltanto che chi predica la non violenza si possa aspettare reazioni miti, mentre chi infiamma gli animi rischia di provocare reazioni peggiori. È il senso del proverbio chi semina vento raccoglie tempesta». Odifreddi ha respinto ogni accusa di giustificazione: «Non c’è nessuna apologia di violenza nel mio ragionamento. Ho solo constatato una dinamica che, purtroppo, appartiene alla realtà».
Meloni e la reazione politica
Le parole dell’accademico non sono passate inosservate a Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio aveva preso di mira direttamente Odifreddi, accusandolo di aver relativizzato l’omicidio di Charlie Kirk. Una posizione definita «inaccettabile» da diversi esponenti della maggioranza, che hanno chiesto rispetto per la vittima e condanna netta della violenza politica.
La replica del matematico ha quindi voluto ristabilire il confine tra analisi critica e legittimazione: «Chiunque legga senza pregiudizi capisce che non ho mai detto che fosse giusto sparare a qualcuno. Ho detto che esiste una differenza tra chi diffonde odio e chi predica pace. È un’osservazione, non un giudizio morale».
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