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Flotilla, la decisione shock di Greta Thunberg: crolla tutto!

Flotilla, la decisione shock di Greta Thunberg: crolla tutto! – Dopo giorni di ritardi, false partenze e complessi ostacoli burocratici, la Global Sumud Flotilla è finalmente salpata dai porti tunisini, puntando verso il Mediterraneo centrale. Questo momento rappresenta una tappa fondamentale, specialmente mentre a Gaza City la situazione si aggrava: l’avanzata dell’esercito israeliano costringe migliaia di civili a fuggire, cercando scampo da bombardamenti e raid continui.

La missione della Flotilla si inserisce in un contesto geopolitico estremamente delicato

Le imbarcazioni, dopo un’attesa prolungata, dovrebbero ricongiungersi a breve con la delegazione italiana, posizionata a Porto Palo dopo la partenza dalla città di Augusta. La missione della Flotilla si inserisce in un contesto geopolitico estremamente delicato. L’obiettivo dichiarato è quello di portare aiuti umanitari e testimoniare una presenza internazionale solidale, mentre il Mediterraneo si conferma teatro di crisi e tensioni. Gli organizzatori sottolineano l’importanza del rispetto dei diritti umani, evidenziando la necessità di mantenere aperto un corridoio umanitario verso le popolazioni in difficoltà. Nonostante l’impegno profuso, la partenza è stata segnata da una serie di complicazioni logistiche e tensioni interne. La pressione internazionale, insieme alle difficoltà tecniche e alle interferenze esterne, ha messo a dura prova la coesione delle delegazioni partecipanti. Nel frattempo, la situazione nella Striscia di Gaza continua a peggiorare, con la popolazione civile sempre più esposta a violenze e privazioni. La Flotilla rappresenta per molti un simbolo di resistenza civile e di speranza, pur tra mille incertezze.

Rinunce, tensioni e il passo indietro di Greta Thunberg

La delegazione proveniente da Barcellona ha subito una lunga sosta forzata tra Sidi Bou Said e Bizerte, durata oltre dieci giorni: un periodo segnato anche da due attacchi con granate incendiarie sganciate da droni non identificati. Questi episodi hanno portato a una revisione della composizione della spedizione, con alcuni membri costretti a rinunciare per motivi di sicurezza e alcune imbarcazioni giudicate non idonee alla traversata. Il direttivo ha vissuto cambiamenti significativi. Greta Thunberg ha scelto di lasciare il proprio incarico operativo, pur mantenendo un ruolo nel comitato organizzativo. Secondo alcune voci interne, alla base della decisione vi sarebbero divergenze sulla strategia comunicativa: «Sono parte della strategia israeliana di assedio alla Striscia e della complicità internazionale che la permette», sottolineano alcuni attivisti.

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